Mammotome, agobiopsia mammaria stereotassica con posizionamento di cup c
Che cosa si intende per mammotome?
Il Mammotome è una agobiopsia completamente controllata dal computer che permette il prelievo multiplo di tessuto mammario nel caso in cui si sospettino lesioni tumorali per micro calcificazioni o aree di distorsione parenchimale alla mammografia.
Questo consente di ottenere una maggiore precisione nell’operazione di inserimento dell’ago, perché è il sistema computerizzato con misurazioni precise (stereotassi) che valuta profondità e posizione dell’ago per un’aspirazione più efficace del tessuto da esaminare in laboratorio.
Per cosa viene utilizzato il mammotome?
L’impiego di questa tecnica permette il prelievo di più campioni di tessuto da sottoporre agli esami di laboratorio (istologici) per stabilire se la lesione è di natura maligna o benigna (ad esempio una cisti).
Generalmente viene eseguita in seguito a un esame di mammografia che ha messo in evidenza probabili lesioni o formazioni tumorali oppure a un esame citologico che ha lasciato un certo grado di incertezza sulla diagnosi finale su determinati reperti come aree discorsive e/o microcalcificazioni.
Si prevedono particolari norme di preparazione?
Occorre sospendere i farmaci anticoagulanti in accordo con il centro TAO. La persona deve indossare capi comodi. Sarà cura del personale sanitario preparare la zona del corpo perché sia libera e accessibile in base alla tipologia di prelievo.
Bisogna accompagnare la paziente, anche se non è previsto il ricovero, in quanto gli effetti dell’anestesia e il dolore temporaneo avvertito nella parte interessata potrebbero non permetterle di tornare da sola alla propria abitazione.
Come viene svolto il mammotome?
La procedura avviene in un’unica seduta. La biopsia sotto guida stereotassica (in gergo chiamata Mammotome) si pratica in anestesia locale, attraverso una piccola incisione nella parte indicata. Presenta quindi le normali precauzioni associate all’uso di anestetici concordate con lo specialista.
Esistono due diverse possibilità di esecuzione: tecnica con stereotassi in posizione quasi seduta e tecnica con stereotassi vacuum assistita (Mammotome) in posizione prona; in genere la scelta dipende dal tipo di apparecchiatura impiegata.
Per l’esecuzione in posizione prona, si fa coricare la paziente su un lettino. Per l’esecuzione in posizione seduta, si fa sedere la paziente di fronte all’apparecchiatura. Vengono eseguiti radiogrammi per la centratura. Se viene effettuata utilizzando apparecchiature tradizionali, può essere relativamente lunga (20-40 minuti) e in alcuni casi fastidiosa, a causa della prolungata compressione della mammella. Subito dopo il prelievo si può rivelare utile comprimere manualmente la zona interessata per alcuni minuti per ridurre il rischio di sanguinamento.
Tra i rischi legati alla procedura sono inclusi sanguinamenti eccessivi, dolore, comparsa di ecchimosi o tumefazione. Raramente si verificano infezioni e altri tipi di complicanze. In genere, il disagio più intenso è avvertito dalle donne che hanno già subito un intervento nell’area identificata, per la presenza di cicatrici e tessuti più compatti. Una volta terminata l’operazione, si applica una borsa di ghiaccio secco per accelerare l’assorbimento degli eventuali ematomi e alleviare la sensazione dolorosa. La procedura non lascia grossolane cicatrici. La paziente può tornare subito dopo alla propria abitazione, ma si consiglia di evitare sforzi e movimenti bruschi con le braccia. Nei giorni successivi potrebbe avvertire fastidi nell’area del prelievo, mentre non deve spaventare la presenza di piccole chiazze simili a lividi che coincidono con la piccola diffusione di sangue nei tessuti che circondano il punto.