Emorroidi
Le emorroidi sono una formazione anatomica del canale anale, sono teneri cuscinetti di tessuto che collaborano alla discriminazione del contenuto rettale, alla conservazione della continenza e all’evacuazione. In situazioni standard non se ne avverte la presenza però, il loro gonfiore eccessivo provoca fastidio e sintomi come prolasso, dolore, bruciore, prurito o sanguinamento. Il termine emorroidi fa riferimento sia alle strutture venose che alla disfunzione, più giustamente indicata come patologia o malattia emorroidaria.
In base della serietà del prolasso si hanno quattro stadi:
- I stadio: emorroidi interne non prolassanti
- II stadio: emorroidi prolassanti però spontaneamente diminuibili
- III stadio: emorroidi prolassanti che richiedono la riduzione manuale
- IV stadio: emorroidi costantemente prolassate
Che cosa sono le emorroidi?
La malattia emorroidaria è una disfunzione collegata all’infiammazione delle vene emorroidali, le emorroidi, che fuoriescono della loro sede naturale nell’ano a causa del cedimento della mucosa rettale. In certe situazioni si produce la formazione di un grumo di sangue (coagulo o trombo) che accresce i sintomi dolorosi.
La disfunzione può riguardare sia le emorroidi interne che quelle esterne, poste attorno all’ano. Si tratta di un disturbo comune. Si stima che circa la metà delle persone con più di 50 anni di età abbia avuto, in modo più o meno acuto, un disturbo di emorroidi.
Quali sono le cause delle emorroidi?
Le ragioni delle emorroidi sono numerose (predisposizione familiare, stipsi cronica, sedentarietà, sforzi eccessivi, gravidanze, stazione eretta prolungata, etc).
Questi fattori causano un cedimento delle strutture esistenti nell’ano che provoca una flessione verso l’esterno delle emorroidi, esponendole a infiammazione, rigonfiamenti eccessivi, rottura e alla frizione dello sforzo durante la defecazione.
Quali sono i sintomi delle emorroidi?
I sintomi della malattia emorroidaria sono:
- male, nello specifico durante la defecazione o in posizione seduta
- piccole perdite di sangue, che normalmente si verificano dopo la defecazione e sono provocate dalla rottura dei vasi sanguigni
- prurito e forte disagio
- senso di gonfiore o di corpo estraneo nell’ano
- in certe situazioni, una perdita inusuale di feci
- presenza al tatto di corpi morbidi esterni all’ano
- Le complicazioni delle emorroidi sono infrequenti e si hanno quando il disturbo è prolungato. La perdita di sangue può provocare mancanza di ferro (anemia) o serie lesioni ai tessuti. Se l’emorroide è strozzata il tessuto epiteliale può patire una forma di cancrena.
Come prevenire le emorroidi?
Per prevenire il pericolo di emorroidi è meglio seguire uno stile di vita sano che includa:
- una moderata attività fisica, una dieta ricca di fibre, il consumo di liquidi. Bisogna consumare almeno due litri di acqua al dì, evitando gli alcolici
- Se si sono avute le emorroidi è meglio provare a tenere l’area sempre pulita, provando a evitare di ricorrere a prodotti troppo aggressivi. È meglio non sforzarsi troppo durante la defecazione. In casi di difficoltà è opportuno fare uso di lassativi riferendone il bisogno al dottore
- È anche meglio evitare la sedentarietà, alternando, durante il lavoro o il riposo domestico, i momenti in cui si sta seduti a brevi passeggia
Diagnosi
La sintomatologia emorroidaria può risultare molto fastidiosa però eccezionalmente comporta un effettivo pericolo per la salute. È comunque basilare escludere che i disturbi provengano da altre malattie e nello specifico da un tumore del colon-retto. Per questa ragione, alle persone di età superiore a 40 anni che hanno un sanguinamento ano-rettale o altri fattori di pericolo viene fatta una colonscopia.
La diagnosi di emorroidi si fa con una visita dello specialista colon-proctologo. Generalmente, il dottore visita l’area rettale per valutare le specifiche del prolasso. La visita si può fare anche con l’utilizzo di strumenti che favoriscono l’osservazione come anoscopio, proctoscopio o sigmoidoscopio.
Trattamenti
Il trattamento della malattie emorroidaria dipende dalla durata e dall’intensità del problema. Nella maggioranza delle situazioni, infatti, le emorroidi tendono a guarire in modo autonomo dopo un certo periodo. Qualche volta basta cambiare alimentazione, introducendo fibre, vegetali e liquidi.
Le terapie cambiano anche a seconda degli stadi di classificazione:
- per il primo e secondo stadio di solito basta una terapia medico basata su norme igienico-dietetiche (dieta ricca di scorie, regolare attività fisica) e sull’uso di certi medicinali, principalmente ad azione locale
- nel secondo stadio, se non migliora con la terapia conservativa, si potrebbero dover adottare delle tecniche non chirurgiche come la legatura elastica e le iniezioni sclerosanti, procedure eseguibili in ambulatorio senza anestesia però la cui efficacia è solitamente parziale e transitoria
- l’intervento chirurgico generalmente si consiglia per le emorroidi di III e IV grado
- L’intervento di emorroidectomia tradizionale include l’asportazione delle emorroidi, legando le vene dentro al canale anale con fili di sutura riassorbibili.
- L’alternativa più efficace all’intervento classico è l’emorroidopessi, questo intervento differisce in modo sostanziale dalla emorroidectomia tradizionale.
- Il principio su cui si fonda l’intervento è quello di riposizionare le emorroidi dentro al canale anale abbreviando il rivestimento mucoso dentro al retto.