Piede piatto
Il piede piatto è una conformazione del piede caratterizzata dall’appiattimento della volta plantare (la parte della superficie del piede che, in situazioni fisiologiche, non tocca il terreno quando ci si trova in posizione eretta) e dalla valgo-pronazione del calcagno. Dai 10 mesi fino ai 3-4 anni di vita, tale situazione è del tutto fisiologica, rientra nella normale crescita del piede (piede piatto fisiologico), e di solito si corregge in modo spontaneo entro i 6-7 anni di età. Anche quando la presenza dei piedi piatti permane senza regredire autonomamente la condizione, nella maggior parte dei casi, non provoca dolore.
Cos’è il piede piatto?
Il piede piatto è una patologia che può contribuire all’insorgenza di problemi a caviglie e ginocchia poiché può alterare l’allineamento delle gambe.
Quali sono le cause del piede piatto?
Nei bambini, il piede piatto è del tutto normale e in alcune persone tale conformazione del piede tipica dell’infanzia non regredisce, permanendo anche in età adulta. Nonostante il piede piatto in genere non provochi problematiche importanti, i bambini che ne sono affetti hanno più probabilità di soffrire, da adulti, di patologie secondarie come l’artrosi della caviglia e l’alluce valgo: il trattamento di questa condizione è quindi preventivo. Alcuni fattori possono influire sulla possibilità di sviluppare il piede piatto anche in età adulta: obesità, lesioni traumatiche al piede o alla caviglia, artrite reumatoide, invecchiamento.
Quali sono i sintomi del piede piatto?
La maggior parte delle persone non ha alcun sintomo legato al piede piatto. In alcuni casi, soprattutto nei soggetti con valgo-pronazione del calcagno, i soggetti possono percepire dolore soprattutto nella zona del tallone o della volta plantare e gonfiore all’interno della caviglia.
Come prevenire il piede piatto?
Per prevenire la formazione del piede piatto in età adulta è necessario evitare le condizioni che potrebbero favorirne lo sviluppo. Se nulla si può fare per alcuni fattori di rischio (per esempio l’artrite reumatoide e l’invecchiamento) è possibile invece attuare delle strategie preventive per evitare l’insorgenza di condizioni come il sovrappeso e l’obesità e le lesioni traumatiche al piede o alla caviglia che favoriscono la comparsa di questo disturbo.
Diagnosi
Per effettuare la diagnosi, il medico osserva i piedi del paziente, chiedendo di effettuare dei movimenti (come mettersi sulle punte dei piedi) per esaminarne anche la meccanica.
Se il soggetto lamenta dolore, può essere richiesto di sottoporsi a un esami di imaging:
- Radiografia: per visualizzare le ossa e le articolazioni dei piedi.
- TAC: per visualizzare le ossa e l’articolazione del piede da più angolazioni, fornendo maggiori dettagli rispetto a una normale radiografia.
- Ecografia: per fornire immagini dei tessuti molli, in genere viene prescritta nei casi in cui il medico sospetta la presenza di una lesione tendinea.
- Risonanza magnetica: per fornire immagini dettagliate sia dei tessuti duri (come le ossa) sia dei tessuti molli (come tendini e vasi sanguigni).
Trattamenti
Nonostante il piede piatto in genere non provochi problematiche importanti, i bambini che ne sono affetti hanno più probabilità di soffrire, da adulti, di patologie secondarie come l’artrosi della caviglia e l’alluce valgo: il trattamento di questa condizione è quindi preventivo.
In presenza di un piattismo dei piedi accentuato, si consiglia di mettere in atto una serie di provvedimenti (assolutamente non invasivi) già a partire dai 3 o 4 anni di età, con lo scopo di incentivare la maturazione della volta plantare. Tra questi, per esempio:
- uso di plantare
- rinforzo muscolare con esercizi e sport adatti
In entrambi i casi è bene farsi consigliare dal medico ed evitare le soluzioni “fai-da-te”.
Se entro gli 8-9 anni non viene raggiunto alcun miglioramento della volta plantare possono essere consigliati, nei casi di piattismo più seri, interventi chirurgici correttivi da eseguire tra i 9 e i 14 anni. Le procedure chirurgiche utilizzate a tale scopo sono varie, ma tra le più diffuse troviamo l’endortesi e il calcagno-stop, entrambe mirate a correggere la pronazione del calcagno e a far risalire la volta plantare.