Curare le malattie cardiovascolari, le ricerche del Cardio Center
Curare le malattie cardiovascolari è possibile, ma per farlo al meglio è necessario conoscere a fondo i meccanismi che le provocano. Parliamo di patologie molto diffuse, responsabili di circa 17,9 milioni di decessi nel mondo ogni anno, causati soprattutto da ictus e infarto (dati Organizzazione Mondiale della Sanità). Lo European Heart Network registra 3,9 milioni di morti in tutta Europa di cui oltre 1,8 nell’UE. Queste malattie sono quindi responsabili del 45% dei decessi nel nostro continente e del 37% delle morti sui territori UE.
Disturbi delle coronarie, aritmie e altri problemi cardiovascolari sono sicuramente correlati a cattive abitudini alimentari e stili di vita poco rispettosi dei bisogni di corpo e mente (obesità sedentarietà, fumo), ma c’è ancora molto da scoprire per curare e prevenire con efficacia le malattie cardiovascolari.
In questo articolo facciamo un breve excursus sul lavoro di Ricerca che coinvolge il Cardio Center di Humanitas.
Comprendere il ruolo dell’infiammazione per curare le malattie cardiovascolari
Comprendere a fondo il ruolo delle diverse tipologie di infiammazione è fondamentale per i medici e i ricercatori Humanitas impegnati a curare le malattie cardiovascolari. Nelle strutture Humanitas 5 laboratori indagano in modo coordinato i meccanismi alla base delle malattie cardiovascolari più diffuse, con l’obiettivo di migliorare le terapie grazie all’integrazione tra ricerca e clinica. «Si tratta di un’attività che coinvolge tutto il Cardio Center – spiega Gianluigi Condorelli, direttore del Cardio Center di Humanitas –. Svolgiamo studi osservazionali e trials clinici per capire quali sono i protocolli farmacologici ed interventistici più efficaci per le patologie di cuore e vasi sanguigni».
Tra gli obiettivi principali dei gruppi di ricercatori che studiano cause e caratteristiche delle malattie cardiovascolari c’è quello di comprendere il ruolo del sistema immunitario e dell’infiammazione nella genesi e nello sviluppo di queste patologie in particolare nell’insufficienza cardiaca e dell’aterosclerosi. I ricercatori dell’Humanitas stanno non solo studiando i meccanismi immunologici alla base delle patologie cardiovascolari ma stanno cercando approcci farmacologici innovativi per modulare il sistema immunitario in modo terapeutico.
Ricercatori e ricercatrici Humanitas stanno lavorando per mettere a punto tecnologie innovative ed effettuare terapie cardiache mirate, usando ad esempio farmaci di nuova generazione, con un approccio nanotecnologico.
Si tratta ad esempio di ingegnerizzare dei vettori di dimensioni molto piccole che siano biocompatibili e adatti a trasportare le molecole curative là dove servono. Questo per assicurarsi che il farmaco agisca nel punto giusto e che non sia tossico per altre parti del corpo.
Epigenetica e orologi biologici: nuove frontiere da indagare
«Altri progetti in corso si concentrano sull’identificazione dei meccanismi epigenetici che mediano l’insorgenza delle malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi e l’insufficienza cardiaca e comprendere il ruolo dei cosiddetti orologi biologici» sottolinea Condorelli.
L’epigenetica è una branca della genetica che studia quei cambiamenti nella funzione e nell’espressione dei geni che non sono collegati a un cambiamento nella sequenza del DNA ma piuttosto hanno a che fare, ad esempio, con l’ambiente. Anche questi cambiamenti, benché non si tratti di mutazioni, sono ereditabili e possono avere un ruolo importante nell’insorgenza di diverse malattie. Nel caso delle malattie cardiovascolari, l’ambiente ed i fattori di rischio ad essa correlati, inducono una modifica della struttura del DNA attraverso meccanismi epigenetici che corso del tempo altera l’espressione genica delle cellule che compongono il sistema cardiovascolare, inducendo meccanismi patologici alla base dell’aterosclerosi e dell’insufficienza cardiaca.
Per quanto riguarda gli orologi biologici invece, sappiamo ormai che il ritmo circadiano influenza l’espressione genica in tutte le cellule che compongono il nostro organismo. Il metabolismo del nostro organismo è profondamente influenzato dagli orologi interni. Una desincronizzazione tra le nostre abitudini e l’orologio di un organo porta a squilibri possono contribuire allo sviluppo di patologie, incluse quelle cardiovascolari. I ricercatori dell’Humanitas stanno pertanto studiando il ritmo circadiano a scopi sia conoscitivi sia terapeutici. Infine, in Humanitas sono in corso studi su patologie rare cardiovascolari con l’intento di curare le stesse attraverso approcci di ricombinazione genomica, utilizzando modelli di malattia cardiaca in vitro.
Collaborazioni con altri enti e Paesi
Quando parliamo di curare le malattie cardiovascolari, tra i progetti attivi in Humanitas più rilevanti ce ne sono alcuni in collaborazione con altri enti ed università, nord-americane ed europee oltre che italiane. Humanitas e Fondazione Humanitas per la Ricerca, infatti, sono inseriti in un network di scienziati di alto livello con l’obiettivo di condividere i saperi e velocizzare i risultati.
Ad esempio, gli studi in cardiologia interventistica di Antonio Colombo con l’équipe di Bernard Reimers, che hanno permesso di portare a termine con successo l’impianto di una nuova protesi per il trattamento dell’insufficienza valvolare mitralica. L’intervento, effettuato per via transfemorale senza incisione chirurgica, costituisce un primato in Europa e fa parte di uno studio internazionale che coinvolge Mayo Clinic e Ohio Health. Questa metodica è caratterizzata da bassissima invasività e offre nuove possibilità di cura per i pazienti non idonei alla riparazione chirurgica convenzionale. Altri studi di Antonio Colombo e Giulio Stefanini sono in corso per definire un approccio alla terapia della malattia coronarica attraverso metodologie meno impattanti rispetto ai classici “stent” e con approcci farmacologici meno impattanti.
Un ulteriore esempio è lo studio di nuove terapie elettriche a cura di Antonio Frontera e della sua equipe, in collaborazione con il Politecnico di Milano (la branca è quella dell’aritmologia, che studia il sistema elettrico del cuore).
L’integrazione tra le diverse tipologie di ricerca
In questo articolo abbiamo raccontato rapidamente quali sono i principali filoni e gli obiettivi della Ricerca in Humanitas quando si parla di curare le malattie cardiovascolari. Dal punto di vista delle tipologie di progetti di Ricerca coinvolti, gli studi clinici condotti con la collaborazione dei pazienti sono integrati dalla Ricerca preclinica, che avviene nei laboratori e precede la sperimentazione umana e dalla Ricerca traslazionale, che rappresenta un ponte tra Ricerca e cure. Quest’ultima serve a velocizzare l’iter che porta l’innovazione al letto dei pazienti.
Cos’è il Cardio Center di Humanitas
Medici e ricercatori del Cardio Center di Humanitas si occupano di cardiochirurgia usando tecniche all’avanguardia come valvole transapicali e chirurgia valvolare mini-invasiva; il Cardio Center includesale di emodinamica all’avanguardia dove si eseguono interventi di sostituzione valvolare aortica, mitralica e polmonare per via transfemorale oltre che cura delle patologie coronariche, un Centro per la Terapia dello Scompenso Cardiaco, sale di elettrofisiologia che si avvalgono di tecnologie di ultima generazione per mappare e “ablare” aritmie sopraventricolari e ventricolari, un servizio di Imaging Cardiovascolare con TAC e Risonanze Magnetiche di ultima generazione dedicate, oltre all’Unità di Cura Coronarica e alla Chirurgia Vascolare, un centro dedicato alle malattie rare cardiovascolari (cardiomiopatie e dislipidemie), un centro di cardio-oncologia dedicato a pazienti in corso di trattamento oncologico.