Che relazione c’è tra ormoni e tumore al seno?
Sono tanti gli appuntamenti di sensibilizzazione e prevenzione al femminile in calendario questo ottobre in Humanitas. Il progetto Pink Union di Fondazione Humanitas per la Ricerca è nato per questo: costruire insieme a tutte le donne una cultura della prevenzione e sostenere progetti di ricerca di eccellenza dedicati alle patologie che colpiscono maggiormente l’universo femminile. Tra i temi più urgenti la lotta ai tumori, in primis, quello al seno, che ancora oggi colpisce in Italia oltre 50.000 donne l’anno. Ma i tumori al seno non sono tutti uguali: circa 3 su 4 sono ormono-recettivi. Cosa significa? E che relazione c’è tra ormoni e tumori, anche nella cura? Qui alcune delle risposte degli esperti Humanitas.
Ci sono 4 categorie di tumori al seno, due delle quali sono collegate agli ormoni.
Come indicato sul referto istologico, che rappresenta la prima carta d’identità del tumore, oggi le categorie di tumore al seno identificate sono 4: i tumori Luminal A (ormonali), i tumori Luminal B (ormonali ma con una proliferazione cellulare maggiore), i tumori HER2 positivi e i tumori Basal like triplo negativo. Ogni tumore ha una terapia diversa.
I tumori ormonali sono i più frequenti
Sono chiamati così perché presentano recettori per due ormoni che inducono la proliferazione cellulare, estrogeno e progesterone.
Durante l’analisi in laboratorio dei campioni di tessuto della paziente, il patologo verifica lo “stato dei recettori ormonali”: attraverso l’uso di speciali anticorpi viene individuata la presenza dei recettori, proteine presenti sulla superficie delle cellule in grado di captare i segnali degli ormoni estrogeno e progesterone, e la loro quantità in percentuale. Questo dato serve a valutare quanto un tumore sarà sensibile alla terapia ormonale.
La terapia ormonale tratta il 75% dei casi di tumore al seno.
I tumori al seno possono essere sensibili a entrambi gli ormoni (ER + PR+) o a uno solo dei due (ER – PR+/ ER+ PR -): in questi casi è prevista la ‘terapia ormonale’ (detta anche ormono-terapia o terapia endocrina), che può impedire la produzione degli ormoni o bloccare lo stimolo alla moltiplicazione delle cellule tumorali (azione proliferativa).
È un trattamento di cura molto mirato.
La sua azione è diretta in modo specifico contro dei recettori responsabili della crescita e della diffusione incontrollata delle cellule tumorali e spesso anche della loro resistenza alle terapie tradizionali come la chemioterapia.
La terapia ormonale utilizza farmaci biologici, cioè farmaci che imitano le sostanze presenti nell’organismo, viene usata come terapia adiuvante, per ridurre il rischio di recidiva, ma anche come terapia neoadiuvante, per ridurre le dimensioni del tumore prima dell’intervento chirurgico.
Le terapie ormonali non sono tutte uguali.
La prima distinzione riguarda lo stato ormonale delle pazienti: se in pre-menopausa sono tre le possibilità terapeutiche, a base di tamoxifene da solo; in associazione agli analoghi dell’ormone LH-RH (che inibiscono la produzione degli estrogeni da parte delle ovaie con conseguente blocco del ciclo mestruale); oppure a base degli analoghi dell’LH-RH con un farmaco inibitore dell’aromatasi (enzima che converte gli androgeni in estrogeni).
Per le pazienti in post menopausa, le opzioni sono due: tamoxifene e inibitori dell’aromatasi.
Il tumore al seno può avere solo un basso livello di sensibilità ormonale.
Anche in questi casi si può provare a ricorrere alla terapia ormonale, che impedisce agli estrogeni di stimolare la crescita delle cellule tumorali, aiutando a ridurre il rischio che il tumore si ripresenti.
Se invece il tumore presenta pochi o nessun recettore ormonale, non risponde alla terapia ormonale e viene curato con altre terapie.
La recettività agli ormoni può anche cambiare nel tempo: alcuni tumori al seno possono modificare lo stato dei recettori ormonali e cambiare da positivo a negativo o viceversa. In questi casi vengono effettuati nuovamente i test.
La ricerca di cure sempre più efficaci e meno invasive non si ferma mai.
Molti studiosi di Fondazione Humanitas per la Ricerca lavorano oggi per la salute delle donne con tumore al seno: l’obiettivo è sviluppare nuovi farmaci biologici, da somministrare anche nella loro combinazione con l’ormonoterapia, per ridurre l’incidenza delle ricadute e migliorare la prognosi. Alcune risposte sono già molto incoraggianti: dopo aver somministrato i farmaci inibitori delle cicline alle pazienti con tumore mammario sensibili alla terapia ormonale si sono raddoppiati i risultati terapeutici.
Migliorare la qualità della vita delle donne con tumore al seno e aumentare il numero delle guarigioni complete è una realtà sempre più vicina e concreta.