Donne e infarto: i giusti controlli per vivere meglio.
Forse non tutti sanno che le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte per la popolazione femminile nei Paesi occidentali, pari al 43% dei decessi. Cosa fare per prevenirle?
Il cuore delle donne è a rischio come quello degli uomini
Per ogni donna colpita da tumore alla mammella, ve ne sono almeno 10 esposte al rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari. La mortalità per infarto, infatti, continua a essere superiore nella popolazione femminile (tra il 10 e il 15 %) rispetto a quella maschile (3/7 %) e il rischio aumenta sensibilmente dopo la menopausa.
E non solo: le donne soffrono più spesso di diabete rispetto agli uomini e sono ipertese, quindi il muscolo cardiaco, diventato più spesso, sopporta peggio l’ischemia, cioè la mancanza di afflusso di sangue proveniente dal restringimento delle coronarie.
Eppure, nonostante tutto, permane un’errata percezione del rischio clinico, che si associa a una sintomatologia meno importante, provocando un intervento medico tardivo che può essere anche fatale.
Cos’è l’infarto miocardico e quali sono i sintomi
È la più comune patologia cardiovascolare: se non viene trattata tempestivamente e adeguatamente in ospedale è mortale. Nella maggior parte dei casi alla base dell’infarto c’è un restringimento del lume delle coronarie conseguente ad aterosclerosi, una condizione degenerativa che comporta l’accumulo di grassi, colesterolo e altre sostanze sulle pareti delle arterie fino a formare placche aterosclerotiche (ateromi). L’infarto miocardico si verifica quando una di queste placche si rompe improvvisamente portando alla formazione di un coagulo (trombo) che, a seconda delle dimensioni, può bloccare completamente o parzialmente il flusso sanguigno attraverso l’arteria.
I sintomi avvertiti sono molteplici e diversi. Nella maggior parte dei casi compare un dolore toracico di tipo oppressivo, cioè una sorta di macigno al petto, vicino alla sede intratoracica del cuore o retrosternale, che dura più di 10 minuti e si può irradiare al collo, alla mandibola (soprattutto ramo sinistro), tra le scapole, alle braccia (più spesso il sinistro) e all’addome.
Spesso si associano anche sudorazione fredda, nausea e vomito, senso di malessere profondo, bruciore di stomaco, stanchezza. Altri sintomi sono lo stordimento e le vertigini, la mancanza di respiro in assenza di dolore toracico (soprattutto nei diabetici), lo svenimento con perdita di coscienza.
Al primo sospetto di infarto è opportuno chiamare il pronto intervento: più si tarda, maggiore è il rischio di complicanze gravissime, tra cui aritmie gravi come la fibrillazione ventricolare.
I sintomi nelle donne possono essere più sfumate e ambigui
Il classico dolore toracico retrosternale è meno frequente: più spesso le donne che ne sono colpite percepiscono solo un fastidio al petto o localizzato alle braccia, alla schiena, alla spalla o alla mandibola, e una prevalente sensazione di malessere, magari accompagnata da una transitoria mancanza di respiro, sudori freddi, nausea, a volte associata a vomito, stanchezza. Il rischio è di sottovalutare i sintomi o riconoscerli tardivamente, anche da parte degli stessi operatori sanitari, aumentando la possibilità di esiti fatali.
Prevenire è meglio
Condurre uno stile di vita adeguato è il miglior modo per prevenire le malattie cardiache. E’ fondamentale evitare i comportamenti a rischio, come una scorretta alimentazione, l’inattività fisica, il fumo. E controllare altri cofattori come l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete. Da una certa età in poi, è bene sottoporsi agli esami di diagnosi precoce indicati dai medici per tenere sotto controllo la salute del cuore.
Gli esami al femminile per prevenire le malattie cardiovascolari
Dai 25 ai 45
- Visita cardiologica ed elettrocardiogramma (ogni 5 anni)
Per monitorare la salute del cuore, verificare l’eventuale presenza di aritmie, praticare attività motoria in tranquillità.
Dai 45 ai 65 anni
- Controllo della pressione arteriosa (ogni 6 mesi dopo i 40 anni)
Se in buona salute, la pressione arteriosa tende a rimanere uguale al valore raggiunto al 18esimo anno di vita circa. Gli aumenti di pressione nelle donne adulte interessano prevalentemente i soggetti di età superiore ai 45-50 anni, in concomitanza e dopo l’ingresso in menopausa.
- Visita cardiologica ed elettrocardiogramma (ogni 5 anni)
Dopo i 65 anni
- Visita cardiologica ed elettrocardiogramma (ogni anno).
Può essere completato da un ecocardiogramma.
- Controllo della pressione arteriosa (anche più volte nel mese).
La pressione arteriosa aumenta con l’avanzare dell’età, per effetto dei cambiamenti che si verificano a carico dei vasi arteriosi (che, invecchiando, diventano più rigidi). A un certo punto, mentre la pressione sistolica (massima) continua ad aumentare per effetto dell’età, la diastolica (minima) non aumenta più o, addirittura, tende a diminuire.