Infezione da ossiuri
Che cos’è e come si contrae un’infezione da ossiuri?
L’infezione da ossiuri è un’infestazione dell’intestino dovuta all’Enterobius vermicularis, contraibile tramite contatti oro-fecali che colpisce prevalentemente bambini che frequentano comunità infantili. In particolare, l’infezione da ossiuri può essere:
diretta, nel caso in cui le uova del parassita siano trasferite dalla regione anale alla bocca tramite le mani. Il meccanismo è questo: l’infezione induce prurito nella zona perianale, il bambino istintivamente si gratta e in seguito mette le mani in bocca, ingerendo le uova del parassita
indiretta, viene contratta attraverso mobili, cuscini, oggetti, giocattoli toccati in precedenza da mani infette e in seguito da soggetti sani che portando le mani alla bocca, ingoiano le uova parassitarie. A temperatura ambiente le uova sono in grado di sopravvivere sugli oggetti per quasi tre settimane.
Quali sono i sintomi di un’infezione da ossiuri?
In molti casi l’infezione da ossiuri non genera alcun sintomo. Negli altri casi i sintomi si manifestano sotto forma di prurito anale e perianale, escoriazioni perianali dovuto al grattamento e, più raramente, dolori addominali.
Quali malattie possono essere associate a un’infezione da ossiuri?
Le malattie imputabili all’infezione da ossiuri sono la vaginite, in prevalenza nelle ragazze giovani, e anche se non vi è assoluta certezza, l’appendicite.
Come si può curare un’infezione da ossiuri?
Generalmente non è indicato alcun trattamento perché solo raramente l’infezione da ossiuri risulta dannosa. Per ridurre il prurito ed evitare la voglia di grattarsi, possono essere utilizzati preparati al petrolio o unguenti e creme antipruriginosi da applicare 2 o 3 volte al dì nella regione anale in cui è concentrato il prurito.
Importante avvertenza
Il contenuto di questa scheda è a carattere informativo e fornisce nozioni generali, che non devono sostituire il parere di uno specialista. Dunque nel caso in cui il paziente percepisse un malessere è vivamente consigliata la consulenza col proprio medico o una visita al pronto soccorso più vicino.