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Enciclopedia

Adenoma Ipofisario

Cos’è l’ipofisi?

L’ipofisi o ghiandola pituitaria è una piccola ghiandola endocrina localizzata all’interno del cranio, in una struttura ossea (sella turcica) che sporge dal seno sfenoidale. E’ situata al di sotto del chiasma, dei nervi ottici e dell’ipotalamo, cui è connessa tramite il peduncolo ipofisario (fig. 1). Viene distinta in due porzioni: una anteriore (adenoipofisi) e una posteriore (neuroipofisi). In prossimità dell’ipofisi si trovano alcune importanti strutture, quali il seno cavernoso, nel quale passano l’arteria carotide interna ed alcuni nervi cranici.

 

Fig.1

brain1

 

Che funzioni ha?

Attraverso la produzione di alcuni ormoni (ACTH, TSH, GH, PRL, LH e FSH), l’ipofisi controlla la secrezione ormonale delle ghiandole endocrine presenti nel resto dell’organismo e svolge un ruolo fondamentale (fig. 2) nella regolazione di importanti funzioni vitali, quali:

  • crescita
  • sviluppo neuropsichico
  • sviluppo puberale
  • comportamento sessuale e funzione riproduttiva
  • gravidanza e allattamento
  • metabolismo energetico
  • risposta agli stress
  • regolazione del bilancio energetico
  • regolazione della temperatura corporea
  • regolazione del bilancio idrico ed elettrolitico

 

Fig. 2

 

 

Cos’è un adenoma ipofisario?

È un tumore benigno che origina a livello dell’adenoipofisi (fig. 3). Gli adenomi possono essere distinti in “funzionanti” (secernenti ormoni, che causano una sindrome da iperfunzione ormonale) e “non funzionanti”. Un’ulteriore classificazione si basa sulle dimensioni del tumore: microadenomi (< 1 cm) e macroadenomi (> 1 cm).

Gli adenomi funzionanti prendono nome dell’ormone che secernono in eccesso:

  • PRL-oma
  • GH-oma (Acromegalia) (fig. 4)
  • ACTH-oma (malattia di Cushing) (fig. 5-6)
  • TSH-oma
  • L’adenoma ipofisario va distinto da altri tumori che colpiscono la regione ipotalamo-ipofisaria quali il craniofaringioma e i meningiomi. Meno frequenti sono le metastasi ipofisarie derivanti da tumori primitivi localizzati in altre sedi.
  • Pur non essendo considerata una patologia frequente, l’adenoma ipofisario costituisce il 10% di tutte le neoplasie intracraniche. Dati recenti mostrano una prevalenza di circa 70-100 casi/100.000. Va inoltre sottolineato che circa nel 10% dei pazienti che si sottopongono ad un’indagine radiologica per altro motivo, si riscontri una piccola lesione ipofisaria.
  • E’ importante riconoscere e studiare il paziente con adenoma ipofisario, in quanto l’eccesso o il difetto di secrezione ormonale a livello ipofisario comportano in genere elevata morbilità ed un significativo aumento della mortalità rispetto alla popolazione generale.

 

Fig.3

 

 

Fig. 4

 

 

Quali sono i segni e sintomi più frequenti?

Tutti gli adenomi, specie quelli di grandi dimensioni, possono determinare alcuni sintomi dovuti alla presenza della massa neoplastica e ad un’eventuale compromissione delle strutture circostanti. I sintomi che più comunemente possono indicare la presenza di un adenoma sono la cefalea, le alterazioni del campo visivo oltre a tutti quei segni e sintomi legati ad una possibile alterazione della secrezione ormonale a livello ipofisario, quali alterazioni del ciclo mestruale, calo del desiderio sessuale, modificazioni della composizione corporea, alterazioni della pressione arteriosa, alterati livelli circolanti di colesterolo e trigliceridi, alterazioni glicemiche, osteopenia e osteoporosi, alterazioni dei livelli circolanti di sodio e potassio.

Gli adenomi funzionanti evidenziano una sintomatologia specifica, dovuta all’ipersecrezione (produzione eccessiva) ormonale.

Quali sono i fattori di rischio per l’adenoma ipofisario?

Attualmente non esistono fattori di rischio accertati per questa patologia, mentre sono note forme familiari (presenza di un adenoma ipofisario in più membri della stessa famiglia).

 

Fig.5

 

 

Fig. 6

 

 

Diagnosi

Presso Humanitas Cancer Center è attivo un ambulatorio multidisciplinare dedicato ai pazienti con diagnosi certa o sospetto di adenoma ipofisario. Sulla base della presentazione clinica e dei dati anamnestici, si effettuano esami ormonali mirati, che hanno lo scopo di rilevare una funzionalità eccessiva oppure ridotta della ghiandola ipofisaria, e l’eventuale presenza di complicanze. Per una valutazione più accurata di alcune funzioni endocrine, è necessario effettuare test dinamici (con prelievi ormonali effettuati dopo la somministrazione di farmaci specifici) che in Humanitas vengono eseguiti nell’ambito delle cosiddette Macroattività Ambulatoriali Complesse (MAC).

La Risonanza Magnetica con e senza mezzo di contrasto paramagnetico (gadolinio), è l’esame di imaging di scelta per lo studio della regione ipofisaria, perché consente l’identificazione e la caratterizzazione delle lesioni ipofisarie anche di piccole dimensioni. Oltre che per la diagnosi, questo esame è molto utile anche durante il follow-up.

Nei macroadenomi ipofisari è poi di fondamentale importanza l’esecuzione di test del campo visivo, in quanto la lesione, crescendo verso l’alto, può comprimere una struttura chiamata chiasma ottico, determinando alterazioni del campo visivo.

Se il tumore si estende lateralmente nel seno cavernoso, può comprimere alcune strutture nervose che regolano la motilità oculare dando luogo a diplopia (sdoppiamento della vista). In questo caso è utile l’esecuzione del test di Lancaster, che valuta la presenza di alcuni squilibri della visione (visione doppia, confusione).

 

Trattamenti

Nel caso di macroadenomi non funzionanti (soprattutto in presenza di alterazioni del campo visivo) e di micro o  macroadenomi GH, ACTH e TSH- secernenti, la terapia di scelta è la chirurgia. In genere viene utilizzato l’approccio transnasosfenoidale, mentre quello transcranico è limitato a casi selezionati.

In collaborazione con gli endocrinologi, in Humanitas un team di neurochirurghi dedicati al trattamento della patologia sellare opera avvalendosi delle più moderne tecnologie, quali la neuronavigazione e l’endoscopia 3D.

La terapia medica è il trattamento di prima scelta nel caso dei PRL-omi per i quali è indicato l’utilizzo di dopamino-agonisti. Negli altri adenomi, la terapia medica è limitata a casi selezionati. In particolare, vengono utilizzati gli analoghi della somatostatina nei GH-omi e TSH-omi. Nel caso poi di GH-omi resistenti al trattamento medico con gli analoghi della somatostatina e non guariti dopo intervento chirurgico può essere utilizzato l’antagonista del recettore del GH (pegvisomant);

La terapia radiante (stereotassica frazionata e radiochirurgia) viene utilizzata dopo la chirurgia e il trattamento medico, quando questi non riescono ad assicurare un completo controllo della malattia. Possono essere necessari alcuni anni perché venga meno l’eccesso ormonale e, nel tempo, possono presentarsi difetti di funzione ipofisaria.

 

Medici

La Pituitary Unit rappresenta un innovativo modello assistenziale nel campo sanitario che, mediante l’integrazione multidisciplinare di diversi specialisti (endocrinologo, neurochirurgo, neuroradiologo, radioterapista), consente di ottimizzare il trattamentodel paziente con patologie complesse come quelle ipofisarie.

Questo approccio, basato su un modello diffuso a livello europeo, ha l’obiettivo di ottenere i migliori risultati in termini di diagnosi e cura, e permette un rapido trasferimento della ricerca scientifica alla pratica clinica di tutti i giorni. Attraverso un consulto multidisciplinare (MDM, Multidisciplinary Meeting), infatti, vengono discusse le peculiarità di ogni paziente al fine di personalizzare quanto più possibile il trattamento e di ottimizzare la strategia terapeutica e di follow-up anche alla luce delle più recenti indicazioni della letteratura scientifica.

 

ANDREA GERARDO ANTONIO LANIA

Responsabile – Endocrinologia

GIOVANNI BATTISTA LASIO

Responsabile di Sezione – Neurochirurgia

PAOLO COLOMBO

Aiuto – Endocrinologia

GIOVANNI COLOMBO

Responsabile di Unità Operativa – Otorinolaringoiatra

MARCO GRIMALDI

Responsabile di Unità Operativa – Neuroradiologia

PIERO PICOZZI

Responsabile di Sezione Gamma Knife – Neurochirurgia

 

Altre unità operative coinvolte:

  • RADIOTERAPIA E RADIOCHIRURGIA – Responsabile MARTA SCORSETTI
  • RADIOLOGIA – Responsabile LUCA BALZARINI
  • NEURORADIOLOGIA – Responsabile ALBERTO BIZZI
  • MEDICINA NUCLEARE – Responsabile ARTURO CHITI
  • ANATOMIA PATOLOGICA – Responsabile MASSIMO RONCALLI