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Enciclopedia

Anomalie del seno

Quando si pensa alla “chirurgia plastica”, se si aggiunge la parola “seno” vengono subito in mente delle operazioni a carattere prevalentemente estetico. Ovviamente queste ultime sono molto diffuse, ma non sono le uniche tipologie di intervento che riguardano il seno. Alcune volte si può far ricorso ad una operazione per il desiderio di avere una simmetria tra le due mammelle, per quanto riguarda la forma, dimensione e posizione. La questione delle anomalie mammarie è ben conosciuta dagli specialisti, ma poco affrontata dai media.

La diffusione del problema

Gli ultimi dati a disposizione riguardo alla diffusione del problema delle anomalie mammarie risalgono agli Anni ’60, e vennero raccolti dal famoso chirurgo plastico Pitanguy. La valutazione dell’incidenza del problema è in special modo correlata alla casistica professionale di ogni specialista. Di solito, ad ogni modo, si tratta di un problema piuttosto diffuso, anche se non sempre affrontato dalle donne che ne sono soggette, nonostante la qualità dei risultati estetici e il fatto che l’intervento è completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Le diverse anomalie

Occorre distinguere fra le normali differenze di forma e dimensione, da considerare fisiologiche, e casi invece molto più seri e accentuati, che richiedono una soluzione chirurgica. In base ad ogni paziente, si può optare di per una mastoplastica additiva, aumentando la dimensione del seno più piccolo, o viceversa scegliere di intervenire sul seno più grande, ricorrendo pertanto alla mastoplastica riduttiva. In entrambi i casi, il risultato voluto è una condizione simmetrica e dall’effetto naturale.

Le anomalie più frequenti

Tra le anomalie più frequenti c’è il capezzolo introflesso, che riguarda in media 20 donne su mille. La causa è la lunghezza dei dotti galattofori: quando questi tubicini sono troppo corti trattengono il capezzolo all’interno. La soluzione è chirurgica e alquanto semplice: in anestesia locale si tagliano i dotti e il problema si risolve immediatamente, con la sola, ineluttabile conseguenza di non poter più allattare.

Un’altra malformazione di semplice risoluzione è la politelia, cioè la presenza di capezzoli in sovrannumero, anche detti capezzoli soprannumerari: un disturbo che riguarda tra le 2 e le 6 donne su cento. Anche in questo caso, è sufficiente l’anestesia locale per eliminarli chirurgicamente, proprio come si farebbe con un neo poco gradevole.

Le soluzioni chirurgiche più complesse

Non sempre, tuttavia, la soluzione chirurgica è così facile: è il caso ad esempio del seno tuberoso e della sindrome di Poland. Nel primo caso, generalmente uno dei seni è normale, mentre l’altro ha una forma cilindrica. Il difetto si elimina rimodellando, con l’intervento di mastopessi, la ghiandola mammaria del seno anomalo. Se ritenuto necessario, per avere un risultato più naturale si può anche fare ricorso alla mastoplastica additiva.

Ancora più complesso è il caso della sindrome di Poland, disturbo raro contraddistinto dalla mancanza di una mammella o addirittura del muscolo pettorale sottostante. Se manca solo la ghiandola si procede a una normale mastoplastica additiva. Se invece la malformazione interessa anche il muscolo, si procede utilizzando un lembo del muscolo grandorsale.

Risultati estetici eccellenti

Per quanto diverse tra loro, le anomalie mammarie hanno in comune, una volta effettuato l’intervento, la qualità del risultato finale. Le tecniche e le modalità utilizzate sono le stesse della chirurgia plastica estetica, con cicatrici il più possibile contenute e nascoste, in molti casi del tutto invisibili.

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