Epatite B
L’epatite B è una malattia che interessa il fegato e può avere effetti molto gravi. In certe persone, questa patologia può diventare cronica, conducendo ad insufficienza epatica, cirrosi e tumore del fegato. Ci sono terapie antivirali e certi trattamenti per l’epatite B e un vaccino che previene l’infezione.
Che cos’è l’epatite B?
L’epatite B, provocata dal virus HBV, è una patologia che si prende abbastanza facilmente: il virus può essere infatti trasportato da sangue, sperma e liquidi vaginali. Il contagio non può invece succede tramite contatti casuali tipo stringendo la mano, abbracciandosi, baciandosi, starnutendo o condividendo posate e bicchieri. La gran parte delle persone adulte colpite dal virus, anche quando hanno sintomi gravi, si riprendono completamente senza che resti nessun danno permanente al fegato. Si ritiene che circa un quarto della popolazione mondiale sia stato, in qualche periodo della propria vita, colpito dal virus HBV.
Quali sono le cause dell’epatite B?
Il virus dell’epatite B, che si contagia tramite contatto sessuale, parentale o per scambio di sangue infetto, quando si sistema nel fegato inizia a moltiplicarsi, replicandosi nelle cellule del fegato (epatociti) e conducendo all’infiammazione ed all’apparizione dei sintomi (fase acuta); o resta latente, anche per molto tempo, compromettendo lentamente il fegato della persona colpita. L’epatite B può presentarsi sia in forma cronica che in forma acuta:
Forma cronica
Se l’infezione dura più di sei mesi, si ha un’epatite cronica. Questo accade poiché il sistema immunitario non può liberarsi completamente del virus; in questa situazione, la malattia può durare anni e condurre a disturbi molto gravi come tumore del fegato, cirrosi epatica ed insufficienza epatica cronica. L’epatite B si fa cronica nella gran parte dei bambini che ereditano l’epatite B dai genitori o che ne vengono colpiti prima del quinto anno di vita. L’epatite B cronica può diventare in qualsiasi momento una forma acuta.
Forma acuta
La forma acuta del’epatite B ha una durata minore ai sei mesi, soprattutto in chi viene colpito dal virus in età adulta, poiché il sistema immunitario di un adulto, se è in salute, generalmente è capace di sviluppare gli anticorpi specifici ed eliminare la malattia nel giro di poco tempo.
Quali sono i sintomi dell’epatite B?
I sintomi dell’epatite B si presentano solitamente dopo circa tre mesi dall’infezione, passato il periodo di incubazione, durante il quale la malattia è, tuttavia, ugualmente contagiosa. Tra i sintomi più evidenti, troviamo:
- Affaticamento
- Nausea, vomito e perdita di appetito
- Male e disagio addominale, soprattutto nella zona del fegato.
- Ingiallimento di occhi e cute (ittero)
- Urine di colore scuro
- Male alle articolazioni
Non è infrequente che nei bambini (e, talvolta, anche negli adulti) la malattia sia quasi completamente asintomatica, e i sintomi si presentino solamente quando la compromissione delle funzioni del fegato è già in una fase molto avanzata.
Diagnosi
Talvolta i dottori consigliano i test dell’epatite B a pazienti che non presentano sintomi, poiché, come detto, i sintomi dell’epatite B possono talvolta non presentarsi sino a quando la patologia non abbia seriamente danneggiato il fegato.
La giusta diagnosi dell’epatite B può essere fatta esaminando il dosaggio dei marcatori virali specifici, molecole contenute nel sangue di chi è stato colpito dalla malattia. Le prove per la rilevazione di infezione da virus dell’epatite B prevedono analisi del siero o del sangue che evidenziano entrambi gli antigeni virali o gli anticorpi generati dal soggetto ospitante. La lettura di queste analisi è, però, piuttosto complicata.
Le persone a rischio di epatite B dovrebbero monitorare periodicamente la propria condizione tramite test specifici. Chiunque pensi di far parte in queste categorie, dovrebbe consigliarsi con il proprio medico curante:
- Chi prende droghe per via endovenosa
- Chi convive con una persona che ha avuto l’epatite B
- Chi è sieropositivo (HIV)
- Chi ha avuto rapporti sessuali con persone infette.
- Chi ha ricevuto cure di dialisi epatica
- Chi viene da paesi in cui l’epatite B è endemica o ha vissuto in questi paesi
- Chi prende o ha preso medicinali immunosoppressori
- Donne incinte
- Uomini che hanno o hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini
Trattamenti
Chi presenta l’infezione in forma acuta, frequentemente non ha bisogno di nessuna terapia. In questa situazione, è meglio concentrarsi sull’attenuazione dei sintomi. Le persone nei quali l’epatite B diventa cronica, invece, di solito vengono curati con antivirali, scelti dall’epatologo sulla base delle caratteristiche del singolo paziente (età, condizioni di salute generale, eventuale presenza di malattie concomitanti).
Nelle situazioni di compromissione delle funzioni del fegato, in base dell’opportunità, si può considerare un trapianto di fegato.
Prevenzione
In Italia, la vaccinazione contro l’epatite B è indicata nei neonati e, solitamente, nei bambini inferiori ai 12 anni di età.
Il vaccino è indicato a tutte le persone che sono in pericolo a causa delle attività che svolgono giornalmente o per le quali il contagio potrebbe essere un serio rischio. È una buona idea parlare con il dottore della possibilità di farsi vaccinare.
Quando si va all’estero, è buona norma, generalmente, seguire le indicazioni del ministero della salute riguardo agli eventuali rischi collegati alle zone da visitare e vaccinazioni preventive che possono minimizzare il pericolo di contagio per certe patologie.
Prestare attenzione ai propri partner sessuali ed usare sempre un preservativo nell’eventualità di rapporti occasionali può difendere dall’epatite B e da altre malattie a trasmissione sessuale.
Anche prestare molta attenzione a dove ed in che maniera si fanno piercing e tatuaggi (uso di strumenti sterili ed eccellenti condizioni igieniche generali) può facilitare la protezione da queste patologie.