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Enciclopedia

Ernia del disco: al bando i luoghi comuni

L’ernia può rientrare con un po’ di ginnastica? È vero che le radiografie non servono per diagnosticarla? Che differenza c’è tra sciatica e ernia? Queste sono alcune delle domande che più frequentemente il paziente pone allo specialista, raccontandogli una serie di convinzioni che, nella maggior parte dei casi, sono totalmente errate. Abbiamo intervistato il dott. Cesare Griffini, neurochirurgo, 35 anni dedicati alla microchirurgia dell’ernia discale e con una lunga esperienza clinica sulla patologia discale, che collabora con l’Unità Operativa di Ortopedia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo. A lui il compito di descrivere ed elencare, con anche un pizzico di ironia, i luoghi comuni e le leggende metropolitane che gravitano intorno all’ernia del disco.

 

Che cos’è l’ernia del disco e perché si forma?

 

“L’ernia del disco è la fuoriuscita del nucleo polposo dall’anello che si può lacerare, solitamente a livello degli ultimi tre anelli lombari. Due sono i motivi per cui si forma: un eccessivo sforzo durante l’attività lavorativa o nello sport, e in questo caso si parla di ernia traumatica, più frequente nelle persone giovani. L’altro motivo è degenerativo, legato cioè all’età: si tratta dell’artrosi lombare, che colpisce le persone dopo i 50-55 anni e che causa naturali fissurazioni dell’anello che tiene il disco, dal quale esce l’ernia.

Non esiste propriamente un’età a rischio: classicamente viene detta la quarta o quinta decade di età, ma abbiamo operato anche pazienti molto giovani, di 13-14 anni, e pazienti di 80 anni”.

 

Ci racconta le convinzioni più tipiche e le domande che la gente le pone con più frequenza sull’ernia al disco?

 

PRIMO LUOGO COMUNE: “Il mio dottore mi curava come sciatica, invece era un’ernia…”

“Per il paziente la sciatica è una cosa, l’ernia lombare un’altra. In verità, dire che uno ha una sciatica quando ha dolore ad una gamba è come dire ad una persona che ha una cefalea se ha un mal di testa: la sciatica è un sintomo, non una malattia e nella quasi totalità dei casi la causa di una sciatica è una compressione di una o più radici che formano il nervo sciatico da parte di un’ernia”.

 

SECONDO LUOGO COMUNE: “Mi hanno fatto le lastre alla schiena, ma non hanno visto niente. Poi, con la TAC, è venuta fuori un’ernia”

“La radiografia del tratto lombo-sacrale, che è la prima indagine che va eseguita e che viene effettuata anche al Pronto Soccorso, non consente di vedere un’ernia.

Ha però la sua importanza perché ci può mostrare curvature anomale della colonna lombare (cifosi, lordosi, scoliosi), scivolamenti di una vertebra sull’altra (olistesi), diminuzioni del contenuto osse vertebrale (osteoporosi, lesioni osteolitiche), riduzioni dello spazio intervertebrale (discite, discopatia). L’ernia viene diagnosticata dopo aver eseguito o una TAC o una risonanza, a volte sono necessari entrambi gli esami”.

 

TERZO LUOGO COMUNE: “Mi hanno detto di non farmi operare perché con la ginnastica l’ernia rientra”

“L’ernia espulsa non rientra. Per spiegare meglio il meccanismo, è un po’ come far rientrare il dentifricio spremuto dal tubetto. Però in questo luogo comune vi può essere del vero. Esistono due meccanismi che possono intervenire a livello lombare. Nel primo, il frammento discale espulso va incontro a fenomeni di naturale evoluzione: si disidrata e perde gran parte del suo volume, trova una posizione più innocua nei confronti delle strutture algogene (quelle capaci di evocare dolore) locali (sacco durale, radici, anulus e vene peridurali), riduce il grasso peridurale e ne occupa lo spazio.

Questi naturali meccanismi di difesa atti ad una guarigione spontanea di un’ernia discale possono avvenire per lo più entro 80-90 giorni dall’espulsione dell’ernia in un’alta percentuale dei casi (70-75%). Ecco perché è buona norma attendere che si possa verificare questo meccanismo prima di procedere all’intervento. Qualsiasi tipo di manovra e/o terapia attuata nel primo periodo dell’espulsione di un’ernia deve essere valutata alla luce di questo naturale meccanismo di guarigione.

Nel secondo meccanismo, in caso di protrusione discale e piccola ernia, l’aumento del tono muscolare lombare ottenuto con ginnastica e il riassetto della postura lombare possono, nel tempo, far regredire la protrusione discale”.

 

QUARTO LUOGO COMUNE: “Mi opera con il laser?”

“Oggi esistono svariate tecniche per l’ernia lombare (dalla chimopapaina all’ozono-terapia intradiscale, dalla nucleoaspirazione secondo Onik alla coblazione del disco, dalla coagulazione dell’anulus posteriore alla laserterapia). Questi interventi sono diretti verso ernie di piccole dimensioni, cioè che occupano meno di un terzo del canale lombare. La microdiscectomia chirurgica, che noi pratichiamo in Humanitas Gavazzeni, è riservata invece alle ernie del disco più grandi con componente espulsa e che determinano più un disturbo all’arto inferiore (sciatalgia) che un dolore alla schiena (lombalgia)”.

 

La prossima settimana la conclusione del nostro viaggio alla scoperta dei luoghi comuni sull’ernia del disco.

 

Di Francesca Di Fronzo