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Enciclopedia

Esofago di Barrett

L’esofago di Barrett è una condizione in cui le cellule della mucosa che ricopre l’esofago vengono compromesse. L’esofago di Barrett viene frequentemente diagnosticato in soggetti affetti da reflusso gastroesofageo cronico: la ragione più frequente alla base di questa malattia è infatti la reiterata esposizione della mucosa esofagea all’acidità caratteristica del reflusso.

Che cos’è l’esofago di Barrett?

L’esofago di Barrett è una situazione che si ha quando il tessuto che ricopre l’esofago viene rimpiazzato con una nuova mucosa di tipo intestinale, creata dall’esofago stesso. È una complicazione della patologia da reflusso gastroesofageo.

Chi soffre di esofago di Barrett ha un pericolo maggiore di generare il cancro all’esofago: per questa ragione il controllo di questa condizione si fonda su esami periodici fatti per individuare la presenza nell’esofago di cellule precancerose.

Quali sono le cause dell’esofago di Barrett?

L’esofago di Barrett è una conseguenza del reflusso gastroesofageo e la mucosa – che l’esofago crea in maniera spontanea – è da ritenere come una difesa ai continuo attacchi acidi causati dal reflusso.

Quali sono i sintomi dell’esofago di Barrett?

Molte persone affette da esofago di Barrett non hanno nessun sintomo. Però, la gran parte delle volte i sintomi si possono confondere con quelli della patologia da reflusso gastroesofageo, anche se si possono presentare in forma più accentuata e prolungata:

  • bruciore frequente
  • problemi a deglutire gli alimenti
  • dolore toracico
  • male addominale, principalmente nella parte superiore
  • tosse secca

Come prevenire l’esofago di Barrett?

Lenire i sintomi della patologia da reflusso gastroesofageo può facilitare la diminuzione del pericolo di ammalarsi di esofago di Barrett. Può dunque risultare utile:

Suddividere l’alimentazione quotidiana in 4-5 piccoli pasti.

Evitare cibi grassi e alcolici e cercare di mangiare raramente cibi tipo cioccolato, menta, caffè e tè, che provocano il reflusso.

Non mettere cinture o vestiti troppo stretti e non sdraiarsi prima che siano passate 2-3 ore dopo aver mangiato.