Insufficienza aortica
L’insufficienza aortica è il risultato di un difetto di chiusura della valvola aortica, la valvola cardiaca che regolamenta il fluire del sangue dal ventricolo sinistro all’aorta. In questa situazione parte del sangue scorre nel ventricolo sinistro, ostacolando un pompaggio efficace verso il resto dell’organismo.
Che cos’è l’insufficienza aortica?
Quando la valvola aortica non si chiude bene parte del sangue pompato dal ventricolo sinistro ritorna indietro. La conseguenza è la comparsa di sintomi come affaticamento e fiato corto, però possono esserci anche reazioni più serie, tipo l’endocardite o lo scompenso cardiaco. Di solito, però, l’insufficienza aortica viene tollerata bene e i sintomi possono metterci anche decenni a presentarsi. Se invece, come qualche volta accade (ad esempio come risultato a un’endocardite), appare all’improvviso un’insufficienza aortica seria, si hanno immediatamente sintomi da scompenso cardiaco.
Quali sono le cause dell’insufficienza aortica?
L’insufficienza aortica può essere provocata da ogni problema che danneggi la valvola aortica. Queste includono le cardiopatie congenite, l’invecchiamento, l’endocardite, la dilatazione dell’aorta ascendente, la patologia reumatica, la sindrome di Marfan, la spondilite anchilosante, la sifilide e traumi all’aorta.
Quali sono i sintomi dell’insufficienza aortica?
Nella gran parte dei casi l’insufficienza aortica comincia gradualmente. Sino a che il cuore riesce a bilanciare il vizio valvolare, questo resta privo di sintomi, però nel tempo appaiono sintomi come debolezza e facile faticabilità, fiato corto durante l’esercizio o da sdraiati, disturbo e vero e proprio male al petto frequentemente aggravati dall’attività fisica, svenimenti, aritmie, palpitazioni e gonfiore a piedi e caviglie.
Come prevenire l’insufficienza aortica?
Nella gran parte delle situazioni l’insufficienza aortica non è prevenibile. Però, certe precauzioni facilitano la riduzione del rischio.
Curare correttamente i mal di gola, in maniera da minimizzare il rischio di malattia reumatica (sindrome autoimmune che può essere provocata da infezioni streptococciche).
Prendersi cura di denti e gengive. In questa maniera si minimizza il rischio di endocardite.
Tenere sotto controllo la pressione arteriosa.
Diagnosi
Una diagnosi precoce consente di agire prima che l’insufficienza aortica peggiori esponendo a grave rischio la vita di chi ne soffre.
I primi sospetti possono venire dopo aver riscontrato, durante una visita medica, un soffio al cuore.
Gli esami che possono venire consigliati per controllare l’ipotesi diagnostica includono:
- Ecocardiogramma transtoracico: è un test di immagine che visualizza le strutture del cuore e il funzionamento delle sue componenti mobili. L’apparecchio manda un fascio di ultrasuoni al torace, tramite una sonda messa sulla sua superficie, e rielabora gli ultrasuoni riflessi che ritornano alla stessa sonda dopo aver interagito in maniera diversa con le diverse parti della struttura cardiaca (miocardio, valvole, cavità). È un esame basilare. Consente di valutare il meccanismo e l’entità del rigurgito aortico e anche le misure del ventricolo sinistro e la sua funzione contrattile.
- Ecocardiogramma transesofageo: in questo caso si introduce la sonda dalla bocca e si spinge in avanti finché arriva all’esofago. Consente di vedere meglio le valvole e le strutture paravalvolari. Viene consigliato soprattutto quando si sospetta un’endocardite.
- RX torace (radiografia del torace): fa vedere un ingrandimento dell’ombra cardiaca e frequentemente una dilatazione dell’aorta ascendente; in caso di scompenso cardiaco ci sono segni di congestione polmonare (accumulo di liquidi nei polmoni).
- ECG: registra l’attività elettrica del cuore. Ci possono essere segni di ipertrofia e sovraccarico (“iperlavoro”) del ventricolo sinistro.
- Test da sforzo: l’esame consiste nella registrazione di un elettrocardiogramma mentre il paziente svolge un esercizio fisico, di solito cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette. Si può fare per accertare l’assenza di sintomi in caso di insufficienza aortica seria e/o per considerare la reazione emodinamica all’esercizio.
- Cateterismo cardiaco: metodica invasiva che si fonda sull’inserimento di un piccolo tubo (catetere) in un vaso sanguigno; il catetere viene poi spinto fino al cuore e permette di raccogliere informazioni importanti sul fluire e sull’ossigenazione del sangue, e sulla pressione dentro alle camere cardiache, alle arterie e alle vene polmonari. Si fa raramente, di solito quando si presenta una discrepanza tra la clinica (nello specifico la gravità dei sintomi) e la gravità dell’insufficienza aortica alle indagini non invasive.
Trattamenti
Il trattamento dell’insufficienza aortica dipende dalla gravità del vizio valvolare, dai sintomi che lo fiancheggiano e dalla presenza o meno di segnali di disfunzione ventricolare sinistra.
Nelle situazioni meno serie non c’è bisogno di alcuna terapia, l’unica cosa da fare è controllare regolarmente la situazione tramite valutazione clinica ed ecocardiogramma in maniera da poter intervenire immediatamente se si presentassero dei peggioramenti significativi. Se però la pressione arteriosa è elevata, il dottore darà dei medicinali antipertensivi per abbassare la velocità di progressione dell’insufficienza aortica.
In caso di insufficienza aortica grave con sintomi o segni di disfunzione ventricolare sinistra, la risoluzione migliore consiste nell’intervento chirurgico, che può includere:
- la riparazione della valvola aortica
- la sostituzione della valvola aortica
- La prognosi è solitamente buona. Per ritornare a una vita normale servono pochi mesi.