Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Telegram

Enciclopedia

Ipertensione polmonare

Con il nome “ipertensione polmonare” ci si riferisce a un incremento della pressione del sangue dentro ai vasi arteriosi del polmone dati alla distruzione, all’ispessimento parietale, al restringimento o all’occlusione dei vasi stessi.

Che cos’è l’ipertensione polmonare?

Con il nome “ipertensione polmonare” si fa riferimento a un incremento della pressione del sangue dentro ai vasi arteriosi del polmone dati alla distruzione, all’ispessimento parietale, al restringimento o all’occlusione dei vasi stessi.

La pressione polmonare media è solitamente di circa 14 mmHg a riposo: si comincia a parlare di ipertensione polmonare quando la pressione polmonare media oltrepassa i 25 mmHg. Questa situazione obbliga il ventricolo destro (addetto al pompare sangue verso i polmoni) a un sovraccarico di pressione e volume, che può portarlo all’insufficienza contrattile e allo scompenso.

Se non curata adeguatamente trattata, l’ipertensione polmonare può peggiorare, provocando ulteriore restringimento dei vasi sanguigni e peggiorando i sintomi caratteristici della malattia.

Quali sono le cause dell’ipertensione polmonare?

L’ipertensione polmonare esiste di due tipi:

  1. Primitiva o idiopatica: è una situazione rara che colpisce soprattutto il sesso femminile. Si presenta più spesso fra i 30 e i 50 anni. Anche se la ragione dell’ipertensione polmonare primitiva è ancora ignota, la malattia può essere collegata a specifici cambiamenti genetici.
  2. Acquisita o secondaria: è molto più tipica della forma primitiva. La malattia nella forma secondaria è stata vista in combinazione con:

Patologie polmonari come l’enfisema, la fibrosi polmonare, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e la malattia respiratoria collegata ai disordini del sonno (apnee notturne).

Embolia polmonare e ipertensione polmonare trombo embolica cronica.

Patologie autoimmuni del tessuto connettivo, tipo la sclerodermia o il lupus eritematoso sistemico.

Difetti cardiaci congeniti o patologie del cuore sinistro (valvulopatie, seria insufficienza cardiaca).

Anemia emolitica cronica (anemia falciforme).

Patologie croniche del fegato con ipertensione portale.

Infezioni da HIV.

Assunzione di certi medicinali (anoressizzanti, inibitori del reuptake della serotonina) o di sostanze stimolanti (cocaina, anfetamine).

Quali sono i sintomi dell’ipertensione polmonare?

  • I sintomi dell’ipertensione polmonare possono includere:
  • Respirazione difficile, principalmente durante sforzi fisici.
  • Stanchezza o affaticabilità.
  • Svenimenti.

Nelle fasi avanzate della malattia la respirazione difficoltosa può presentarsi anche a riposo ed è possibile che vengano dolori al petto caratteristici dell’angina pectoris (segnale di sofferenza cardiaca) ed edema (ristagno di liquidi) agli arti inferiori.

Come prevenire l’ipertensione polmonare?

Per quanto concerne l’ipertensione polmonare secondaria la prevenzione può essere mirata a evitare/curare tutte le condizioni mediche e gli elementi di rischio che possono condurre alla crescita della patologia.

Quanto all’ipertensione polmonare primitiva, visto che la ragione all’origine di questa forma della malattia è perlopiù ignota, non si può fare niente per prevenirla.

Diagnosi

La tecnica non invasiva migliore per avvicinarsi alla diagnosi di ipertensione polmonare è l’ecocardiografia transtoracica. Un ecocardiogramma consente di visualizzare molto precisamente il cuore e permette di documentare i cambiamenti morfologici e strutturali delle camere cardiache destre che si sviluppano come risultato dell’incremento dei valori di pressione polmonare. Il metodo Doppler permette anche di fare una stima indiretta della pressione sistolica (ovvero la pressione massima) nell’arteria polmonare.

Per fare una diagnosi definitiva c’è però bisogno di sottoporsi al cateterismo cardiaco: tramite questo esame è si riescono a misurare direttamente certi parametri, il cui cambiamento si combina a una prognosi sfavorevole della patologia: la pressione nell’atrio destro del cuore, la pressione polmonare media, la portata cardiaca. Mediante il cateterismo cardiaco si può fare il test di vaso-reattività polmonare: tramite la somministrazione di medicinali che causano la dilatazione dei vasi sanguigni polmonari si identificano le persone che hanno una residua capacità di vasodilatazione polmonare e che potrebbero giovare dei trattamenti farmacologici.

Possono inoltre risultare utili:

  • Spirometria: il paziente respira mediante boccaglio e l’apparecchio attaccato misura diversi aspetti della respirazione, per individuare possibili anomalie che rimandano a malattie polmonari.
  • Angio-tomografia computerizzata del torace e angiopneumografia: sono esami radiologici che consentono di identificare il decorso delle arterie polmonari e la loro eventuale ostruzione.
  • Scintigrafia polmonare perfusoria: mediante questo esame si “fotografa” la circolazione sanguigna nei polmoni. In caso di occlusioni si rilevano difetti di perfusione.
  • Emogasanalisi (EGA): è un prelievo di sangue arterioso per controllare la quantità di ossigeno e di anidride carbonica che contiene.
  • Test del cammino e test da sforzo cardiopolmonare: per esaminare la tolleranza cardiaca allo sforzo e la presenza di eventuale insufficienza respiratoria.

Trattamenti

La terapia cambia in base al fatto che si soffra delle forma primitiva o secondaria della malattia.

In presenza di ipertensione polmonare secondaria, il trattamento si fonda soprattutto su terapie volte alla cura della condizione che ha provocato la malattia.

La cura dell’ipertensione polmonare primaria si fonda sulla somministrazione di medicinali che sono in grado di vasodilatare il circolo polmonare come calcio antagonisti, prostacicline, medicinali antiendotelina e inibitori della fosfodiesterasi tipo 5 (sildenafil e simili).

Viene consigliato in molte situazioni di utilizzare degli anticoagulanti orali, che possono venire abbinati a diuretici e ad altri trattamenti dell’insufficienza cardiaca, in presenza di scompenso di circolo.