Meningiomi
Che cosa sono i meningiomi?
I meningiomi sono tumori che si sviluppano dalle meningi, tessuti che circondano la parte esterna del cervello. Costituiscono circa il 30% dei tumori cerebrali, sono più frequenti negli adulti e negli anziani e il loro rischio aumenta con l’età; sono inoltre due volte più frequenti nelle donne. A volte questi tumori si manifestano in alcune famiglie, in particolare quelle che presentano neurofibromatosi, una sindrome genetica in cui i pazienti sviluppano vari tumori benigni dei nervi e delle meningi.
Dal punto di vista istologico si distinguono tre tipi di meningiomi:
- Meningiomi di grado I (benigni): sono caratterizzati da cellule simili alle cellule normali e rappresentano circa l’80% dei meningiomi. Alcuni crescono molto vicino a strutture vitali nervose, come vasi, nervi, o tronco cerebrale (meningiomi della base cranica), o le inglobano.
- Meningiomi di grado II o atipici o invasivi: sono caratterizzati da cellule con caratteristiche differenti rispetto a quelle normali. Rappresentano circa il 15-20% dei meningiomi. È anche possibile che invadano parzialmente il parenchima cerebrale e l’osso circostante.
- Meningiomi di grado III (anaplastici). Sono caratterizzati da cellule decisamente anomale. Rappresentano circa il 3% dei meningiomi. Presentano una velocità di crescita rapida e possono invadere il cervello e l’osso circostante.
Da cosa possono essere causati i meningiomi?
Non sono note le cause esatte della formazione dei meningiomi. Da studi recenti è stato evidenziato il collegamento tra la formazione dei meningiomi e la genesi di meningioma cancer stem cells, in cui l’acquisizione della mutazione NF1 e NF2 è elemento caratteristico. È stata evidenziata una certa correlazione tra alterazioni della regolazione ormonale e la genesi di meningiomi nella donna. Nel sesso femminile esiste una certa correlazione tra sviluppo di tumori della mammella e di meningioma.
Con quali sintomi si manifestano i meningiomi?
La diagnosi della maggior parte di questi tumori avviene in modo accidentale, perché presentano piccole dimensioni e sono quindi asintomatici. Nei restanti casi, circa il 30%, fra i sintomi si registrano crisi epilettiche e, meno frequentemente, in caso di tumori di grande dimensione, deficit neurologici focali o alterazioni comportamentali e cognitive.
Diagnosi
Generalmente la diagnosi dei meningiomi viene effettuata utilizzando TC e RM, metodiche di immagine che vengono anche impiegate per monitorare e per valutare la risposta al trattamento di questi tumori.
La TC encefalo viene impiegata allo scopo di evidenziare gli effetti secondari del tumore, rappresentati soprattutto da iperostosi, cioè l’aumento di dimensioni dell’osso a livello della base di impianto della neoplasia.
La RM encefalo con contrasto è la metodica di scelta per diagnosticare il tumore, caratterizzato nella maggior parte dei casi da una intensa presa di contrasto. Inoltre vengono dimostrate le caratteristiche tipiche e collaterali di questi tumori come l’ispessimento della dura intorno alla lesione (la cosiddetta coda durale). Nel 15% dei casi presentano un aspetto atipico alla RM che entra in diagnosi differenziale con metastasi o gliomi maligni.
Spesso per completare la diagnostica del meningioma si ricorre ad angio RM, in particolare venosa, per lo studio dei vasi di scarico, e in alcuni casi selezionati (soprattutto meningiomi della base cranica) ad uno studio angiografico dei vasi cerebrali. A volte si ricorre allo studio angiografico anche per effettuare un’embolizzazione: si tratta di una procedura neuroradiologica che comporta la chiusura selettiva dei vasi arteriosi afferenti alla neoplasia, utilizzata a breve distanza dalla chirurgia per facilitarne il successivo svolgimento. Alcuni meningiomi sono caratterizzati da recettori per la somatostatina e l’esecuzione di una PET o SPECT con octreotide o più recentemente gallio viene usata per la delineazione del tumore o per distinguere, dopo trattamento, tra tumore o effetto del trattamento.
Trattamenti
I meningiomi asintomatici e di piccoli dimensioni crescono molto lentamente o non crescono affatto. In questi casi l’atteggiamento terapeutico che viene suggerito consiste nell’osservazione e monitoraggio neuroradiologico (mediante RM) per registrare la velocità di eventuale crescita, che è generalmente poco prevedibile.
Il trattamento dei meningiomi che dimostrano evidenza di crescita o sintomatici (crisi epilettiche, deficit neurologici, alterazioni comportamentali) dipende sia dalle caratteristiche del paziente (condizioni generali, comorbidità, stato neurologico) sia del tumore stesso (volume, sede, rapporto con strutture vascolari e nervose, che possono essere state inglobate dal tumore). La chirurgia è curativa nei pazienti sintomatici in cui è possibile per sede e dimensioni (convessità, falce, tentorio) eseguire una asportazione pressoché completa della neoplasia con morbilità operatoria ridotta (inferiore al 2%): in questi casi il controllo di malattia a 15 anni supera il 95%. Alla chirurgia si possono associare immagini (neuronavigazione, TC o RM intraoperatoria, fluoroangiografia intraoperatoria), o eventualmente un monitoraggio neurofisiologico.
Nella maggior parte dei casi è possibile curare efficacemente con la chirurgia i meningiomi di grado I (benigni); alcuni di questi, tuttavia, crescono molto vicino o intorno, inglobandole, a strutture vitali nervose, come vasi, nervi, o tronco cerebrale (meningiomi della base cranica), per cui non risulta possibile trattarli con la sola chirurgia, che può essere effettuata in modo parziale o subtotale per mantenere l’integrità funzionale del paziente.
Anche se rimossi chirurgicamente, i meningiomi di grado II o atipici o invasivi presentano una maggiore tendenza a recidivare (20% a 5 anni).
I meningiomi di grado III (anaplastici) anche dopo chirurgia tendono a recidivare rapidamente e possono anche dare metastasi in altre sedi del sistema nervoso centrale o in altre parti del corpo.
Nei casi sottoposti a resezione parziale o subtotale (effettuata per sede o per mantenere l’integrità funzionale del paziente) caratterizzati da un’evidenza di crescita ai controlli radiologici successivi, il trattamento radiante post operatorio permette un controllo di malattia a distanza paragonabile a quello della resezione completa. Il trattamento radiante è consigliato anche dopo resezione di meningioma anaplastico immediatamente dopo la chirurgia (adiuvante). Per i meningiomi di piccole dimensioni (entro 2.5-3 cm), sintomatici o con evidenza radiologica di crescita, o di possibile futura comparsa di danno neurologico, si può procedere esclusivamente al trattamento radiante ipofrazionato o somministrato in una sola volta (radiochirurgia) con comparabile controllo di malattia a distanza. Non sono state segnalate differenze di controllo a distanza di malattia se il trattamento radiochirurgico viene effettuato con acceleratore, Cyberknike o Gamma Knife. Alcuni meningiomi refrattari al trattamento chirurgico o radiante possono trarre beneficio dal trattamento sistemico con nitrosouree o con analoghi della somatostatina o interferone alpha.