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Enciclopedia

Noduli alla tiroide

I noduli tiroidei sono tumefazioni delimitate che si formano all’interno della tiroide, alterando il normale aspetto della ghiandola. Possono essere liquidi, solidi o misti. La maggior parte dei noduli è benigna e non determina alterazioni funzionali della tiroide. Sebbene spesso non presentino sintomi, in alcuni casi possono causare effetti compressivi sulle strutture circostanti, determinando un senso di costrizione, difficoltà a respirare e deglutire. Le possibilità di trattamento possibili sono numerose e dipendono dal tipo di nodulo.

Cosa sono i noduli alla tiroide?

I noduli tiroidei sono tumefazioni delimitate che si formano all’interno della tiroide. Possono essere liquidi, solidi o misti. Il riscontro di un nodulo alla tiroide è molto frequente soprattutto nelle donne e con l’invecchiamento.

Quali sono le cause dei noduli alla tiroide?

La causa principale è rappresentata dalla carenza moderata-lieve di iodio che caratterizza il nostro Paese e che comporta una maggiore frequenza di gozzo diffuso, uninodulare o multinodulare. È bene sottolineare che meno del 5% dei noduli è un tumore maligno della tiroide.

Quali sono i sintomi dei noduli alla tiroide?

Spesso i noduli alla tiroide sono asintomatici, ma in alcuni casi può accadere che il nodulo vada a comprimere le strutture circostanti causando difficoltà respiratorie o di deglutizione, oltre che un senso di costrizione.

Come prevenire i noduli alla tiroide?

La prevenzione più efficace dei noduli tiroidei è la iodioprofilassi, facilmente attuabile mediante il consumo di sale iodato.

Diagnosi

Per diagnosticare la presenza di noduli alla tiroide possono essere necessari:

  • Esami del sangue per valutare la funzionalità della tiroide, per effettuare il dosaggio degli anticorpi anti-tiroidei e per misurare la presenza di calcitonina (marker di un raro tipo di carcinoma della tiroide).
  •  Ecografia tiroidea, meglio se con color-doppler: con questa procedura diagnostica è possibile rilevare con precisione la presenza e le dimensioni dei noduli, il grado di vascolarizzazione e la loro struttura (solida, liquida, mista). Questo esame diagnostico viene utilizzato anche per monitorare i noduli nel tempo.
  •  Scintigrafia tiroidea, utile in casi specifici di pazienti con ipertiroidismo in cui si sospetti l’iperfunzione delle formazioni nodulari.
  •  Agoaspirato del nodulo tiroideo: si tratta di un esame di secondo livello attraverso cui vengono prelevate dal nodulo alcune cellule che verranno sottoposte a esame citologico per definirne la natura.

Trattamenti

La terapia dei noduli tiroidei varia in base alla diagnosi effettuata. Si possono distinguere vari casi:

Se la presenza del nodulo o dei noduli non causa alcun sintomo (funzionalità normale della tiroide, esame citologico nella norma, noduli stabili nel tempo, assenza di disturbi locali) può essere indicato solo un monitoraggio periodico nel tempo.

In caso di noduli iperfunzionanti, ossia che producono ormoni tiroidei in eccesso, la terapia prevede la somministrazione di medicinali per ridimensionare la produzione degli ormoni tiroidei da parte della tiroide; l’impiego della terapia radiometabolica medico-nucleare (radioiodio) in grado di ridurre la funzionalità dei noduli; la terapia chirurgica, ossia l’asportazione parziale o totale della tiroide (tiroidectomia).

Se i noduli risultano benigni e normofunzionanti il trattamento medico può prevedere in determinati casi (noduli non troppo voluminosi, soggetti giovani senza controindicazioni) la somministrazione dell’ormone tiroideo allo scopo di tenere il TSH (l’ormone che stimola la tiroide) a livelli più bassi del normale, con l’obiettivo di evitare la crescita e/o far ridurre le dimensioni del nodulo (sull’efficacia di questa terapia, tuttavia, è ancora aperto il dibattito nella comunità scientifica).

In caso di nodulo maligno il trattamento è chirurgico: la tiroidectomia (rimozione della tiroide) può essere parziale o totale, in base ai casi.