Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Telegram

Enciclopedia

Tumore al seno

Tumore al seno, come fare l’autopalpazione: 6 cose da sapere

Per incrementare l’efficacia della prevenzione del tumore al seno le donne hanno a disposizione diverse armi tra cui l’autopalpazione: «Un mezzo per conoscere se stesse e una buona pratica che una donna dovrebbe eseguire», secondo il dottor Corrado Tinterri, direttore della Breast Unit dell’ospedale Humanitas, intervenuto nel corso della trasmissione di Rai1 “Buongiorno Benessere”.

 

Ecco le cose da sapere per fare correttamente l’autopalpazione secondo il dottor Tinterri:

  • Meglio fare l’autopalpazione dopo il ciclo mestruale quando il seno è meno dolente e più morbido
  • È indicato farla davanti a uno specchio, in piedi, per osservare il seno attentamente ma anche in posizione sdraiata, quando il seno si distende ed è più facile “sentire” in profondità
  • Per l’autopalpazione partire dal seno con un movimento circolare ed esercitando una debole pressione e poi salire verso il cavo ascellare
  • L’osservazione e l’autopalpazione sono utili per vedere se ci sono deformità della cute, come ad esempio la cute a “buccia d’arancia”. Se si sente un piccolo nodulo, come una “pallina”, è importante che questo non sia fisso, duro e che ritrae la pelle
  • Un altro campanello d’allarme è un diverso aspetto del capezzolo, se è affossato verso l’interno, se ci sono ulcere o perdite di sangue
  • Non preoccuparsi se si sente dolore; può capitare di avvertire dolore durante l’autopalpazione, anzi, se si sente dolore toccando un piccolo nodulo, molto probabilmente non è nulla
  • Fondamentale e insostituibile la prevenzione secondaria radiologica

 

«È importante che le donne si sottopongano a mammografia a partire dai 40-45 anni e che aderiscano alle campagne di screening mammografico. Per quelle più giovani – aggiunge lo specialista – è importante la valutazione ecografica consigliabile dai 30 anni in poi insieme a una valutazione senologica clinica, in particolare per chi ha avuto familiari con tumore al seno».

 

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno: la mammografia, un esame fondamentale per la diagnosi)

 

Qualche consiglio per la prevenzione primaria del tumore al seno?

 

«Seguire uno stile di vita corretto, alimentarsi in maniera sana, muoversi. Il movimento è fondamentale a qualsiasi età, un’ora di camminata vale più di una qualsiasi medicina perché mantiene il nostro metabolismo a un livello di garanzia».

 

Quali alimenti privilegiare? «Verdure fresche, pomodori, carote, frutti di bosco, ricchi di antiossidanti che contrastano i processi di degenerazione cellulare, anticamera della carcinogenesi. Il consumo di alimenti contenenti fitoestrogeni è sicuro: per tanti anni è stata demonizzata la soia perché contiene questi ormoni che, in altri ruoli e circostanze, sono legati all’insorgenza del tumore della mammella».

 

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, allattamento diminuisce rischio recidive)

 

Quando ricorrere al test genetico? «Per il tumore alla mammella il rischio ereditario non è altissimo quindi non tutte le donne devono fare un test genetico. Solo circa il 5-7% dei casi di tumori al seno è legato a una trasmissione ereditaria. Se c’è ereditarietà il rischio di sviluppare questa forma di neoplasia nell’arco della vita sale del 60-70%», conclude lo specialista.