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Enciclopedia

Mammografia

Che cosa si intende per mammografia?

La mammografia è un esame fondamentale per la prevenzione del tumore della mammella.

È una tecnica diagnostica morfologica (che analizza dunque forma e struttura della mammella) e permette di individuare lesioni mammarie in fase precoce, che si presentano sotto forma di opacità nodulari a margini irregolari, microcalcificazioni polimorfe, oppure aree di distorsione strutturale.

La mammografia è un esame che si avvale di radiazioni ionizzanti, ma le tecniche recenti consentono l’impiego di una dose di radiazioni ionizzanti estremamente bassa.

 

Per cosa viene utilizzata?

La mammografia è un esame fondamentale per la prevenzione del tumore della mammella, in quanto capace di individuare anche lesioni di piccole dimensioni. È consigliabile iniziare a sottoporsi a mammografia a partire dall’età di 40 anni, quando la struttura mammaria, modificandosi gradualmente, diventa sempre meno ricca di componente ghiandolare e sempre più ricca di tessuto adiposo.

Il limite maggiore della mammografia è rappresentato dalla “mammella densa”, in cui strutturalmente prevale la quota di tessuto ghiandolare rispetto a quello adiposo. In queste condizioni, la radiopacità omogenea indotta dal tessuto ghiandolare fa in modo che ci sia una possibilità che la lesione non venga rilevata. In questi casi l’ecografia rappresenta un indispensabile valido supporto diagnostico della mammografia.

Se l’ecografia si pone come primo approccio diagnostico complementare della mammografia, la risonanza magnetica nucleare costituisce un utile approfondimento in casi selezionati, in cui cioè la mammografia e l’ecografia non siano state conclusive.

 

 

Occorre prepararsi in qualche modo prima dell’esame?

In caso di mammografia non occorre alcun tipo di preparazione, se non l’accorgimento (per le donne non in menopausa) di sottoporsi all’esame nel periodo compreso tra il 5 ° ed il 12 ° giorno dall’inizio della mestruazione. Questo per evitare di effettuare la mammografia nel periodo ovulatorio, quando generalmente la mammella è molto tesa e spesso spontaneamente dolente.

 

 

Chi può essere sottoposto all’esame?

Tutti. Gran parte dei carcinomi mammari diagnosticati in fase precoce si risolve positivamente; se invece vengono scoperti in una fase più avanzata, le possibilità di trattamento e guarigione risultano molto più limitate. Tutte le donne che abbiano superato i 40 anni dovrebbero sottoporsi ad un programma di screening mammografico, come anche indicato e promosso dal Ministero della Salute.

Si prescrive alle donne sotto i 40 anni solo in pochi casi selezionati dallo specialista. In generale, sotto i 40 anni è preferibile eseguire controlli clinici ed ecografici, sia per le caratteristiche strutturali della mammella (in cui predomina la componente ghiandolare), sia per evitare di sottoporre le donne ad un numero eccessivo di mammografie nel corso della vita (l’ecografia è infatti un esame in cui vengono utilizzati ultrasuoni e non radiazioni ionizzanti).

 

 

È un esame doloroso o pericoloso?

Generalmente la mammografia non è un esame doloroso e viene eseguito, di norma, senza ricorrere ad anestesie o sedazioni. La bassa dose di radiazioni ionizzanti cui la paziente è esposta rende il beneficio diagnostico molto superiore ai possibili effetti secondari. L’applicazione della tecnica digitale rappresenta un interessante sviluppo tecnologico recente. In confronto alla tecnica tradizionale (mammografia analogica), la mammografia digitale consente infatti di diminuire ulteriormente la dose di radiazione, a fronte di un’ottima qualità dell’immagine.

 

 

Come viene svolta?

L’esame dura pochi minuti e viene effettuato utilizzando un particolare strumento radiologico detto mammografo, capace di proiettare un fascio di raggi x mirato sulla mammella.

Per rendere più nitida l’immagine e ridurre al minimo le dosi di radiazione, si posiziona la mammella su un apposito sostegno e si comprime leggermente tra due piastre plastificate. In questo modo vengono compressi e dissociati i principali costituenti della mammella (tessuto adiposo e tessuto ghiandolare), rendendo più facile il loro studio, evitando sovrapposizioni di strutture (e quindi false immagini) e impiegando basse dosi di radiazione (diminuendo lo spessore della mammella la dose di radiazione da erogare viene ridotta).

In genere, alla mammografia segue una visita clinica e un confronto con le mammografie effettuate in precedenza per identificare eventuali variazioni.