La mia storia non è né migliore, ne peggiore di quella di tante altre donne che hanno avuto il carcinoma al seno, presenta però se sue particolarità perché, come ripetono i nostri medici, non esiste “il tumore al seno” ma ogni donna ha il suo tumore ed è differente da quello di ogni altra. Per certi aspetti e per come si sono succedute le cose, addirittura sono forse stata anche fortunata.
Quello che doveva essere una periodica visita di prevenzione prenotata appositamente il giorno 14 agosto 2017 pensando di non trovare troppo affollamento ai controlli si è trasformato in un’odissea. Quella giornata la ricordo con il titolo “le cose non vanno mai come credi”. Ricordo le valigie sparse per casa per una imminente vacanza che ci aspettava da lì a qualche giorno… Ricordo le mie gambe che saltavano sul lettino dell’ecografa mentre la dottoressa mi diceva che c’era qualcosa di anomalo che dovevo assolutamente togliere e mi fissava l’appuntamento per una biopsia già due giorni dopo… Ricordo la paura che a quel punto ti assale e non sai quale maschera indossare per trasmettere con sguardo e parole serene la tua situazione quando da li a poco dovrai uscire dall’ambulatorio per trovare nella sala di aspetto tuo marito ed i tuoi tre figli (che forse non sapevano neppure perché si trovassero in quell’ospedale)…
Il resto è stato tutto veloce: ti trovi catapultata in una vita che non ti sembra più neanche la tua. Il saluto ai colleghi ai quali non sai dare una data di rientro. Le amiche che cercano di regalarti un coraggio che neanche loro hanno. I bambini da lasciare a qualcuno ed ai quali devi spiegare dove stai andando e forse anche anticipare come tornerai. I mesi sono trascorsi veloci, ad eccezione del periodo dell’attesa estenuante del referto dell’esame istologico post-operatorio che doveva stabilire se qualcuno dei 26 linfonodi asportati con lo scavo ascellare fosse già stato intaccato; poi l’attesa della tipologia della cura… la radioterapia e la terapia ormonale… che ti salva ma che ti cambia la vita per sempre.
Ora convivo con tutto ciò da 2 anni e penso di essere fortunata… il carcinoma rimane il nemico che temo sempre torni e che tratto con rispetto, non ti senti mai più sana o guarita… anche solo per scaramanzia. Il carcinoma ti cambia il punto di prospettiva e tutto viene visto e vissuto in maniera diversa, non sempre peggiore di prima; infatti alcuni cambiamenti sono positivi: inizi a pensare un po’ più a te stessa, restringi la cerchia di amicizie, ti innamori un po’ più della tua famiglia, ed ogni battaglia ti sembra possibile proprio perché non c’è una cosa più forte contro cui combattere dopo un tumore.
Questa lettera l’ho scritta di getto dopo la mia terza partecipazione alla edizione di “paziente diplomata”, dove incrocio lo sguardo di alcune donne ritrovando in loro lo stesso mix di paura, coraggio e speranza che mi appartiene e che mi permette di ricominciare a lottare e trovare la forza per indossare ogni mattina la mia corona invisibile, consapevolmente di aver già vinto, comunque vada.
PAOLA
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