Diabete pregestazionale e salute cardiaca dei feti
Il diabete pregestazionale richiede, alle donne che decidono di intraprendere una gravidanza, un percorso che prevede controlli ambulatoriali ostetrici frequenti, terapia insulinica e monitoraggio continuo della glicemia. Sono noti, infatti, i rischi di complicanze e di malformazioni congenite nel feto se la malattia non viene tenuta sotto controllo. Sappiamo però molto poco sulle possibili implicazioni a carico del funzionamento del muscolo cardiaco. Questi bambini potrebbero presentare una morfologia del cuore considerata nella norma ma un’alterata capacità contrattile del cuore fetale.
Il progetto di Ricerca “Il ruolo del ‘Miocardial performance index’ nei feti di madri affette da diabete pregestazionale”, coordinato dalla prof.ssa Nicoletta Di Simone, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia di Humanitas University, ha proprio l’obiettivo di comprendere se esiste una relazione tra il diabete materno e la salute cardiaca dei feti.
L’obiettivo è quello di fornire, se questa associazione dovesse essere confermata, indicazioni per un corretto monitoraggio cardiaco dei bambini nati da madri diabetiche.
La coorte di pazienti
Il progetto, finanziato da Fondazione Humanitas per la Ricerca e realizzato grazie alla collaborazione tra Humanitas San Pio X di Milano e Policlinico Gemelli di Roma, ha coinvolto ad oggi una coorte di 19 donne gravide affette da diabete mellito e 18 donne con gravidanza fisiologica.
Per studiare la funzionalità cardiaca dei feti è stata eseguita l’ecocardiografia fetale in tre momenti diversi della gestazione: durante l’ecografia morfologica, alla 26 e alla 32 settimana.
Il progetto, ancora in corso, coinvolgerà in totale 30 donne con gravidanza fisiologica che verranno seguite fino alla nascita del loro bambino/a. I dati verranno confrontati con quelli ottenuti nella coorte di pazienti con diabete pregestazionale.
Quali informazioni dà l’ecocardiografia fetale?
Effettuare una ecocardiografia fetale permette di ottenere informazioni più precise sulla funzionalità del cuore dei feti rispetto a quelle che è possibile raccogliere durante la semplice ecografia morfologica, che verifica il corretto sviluppo delle 4 camere del muscolo cardiaco e viene normalmente eseguita su tutti i bambini in gestazione.
L’ecocardiografia fetale, infatti, consente di identificare la maggior parte delle cardiopatie congenite, con una percentuale di accuratezza dell’80-90%. Viene consigliata ad oggi solo nel caso in cui si evidenzino anomalie o ci sia familiarità per cardiopatie.
L’indice di prestazione miocardica
I dati raccolti dal progetto di Ricerca sono stati messi in relazione grazie al cosiddetto Indice di performance miocardica modificato (Mod-MPI), un metodo basato su Doppler che permette di valutare globalmente la funzione cardiaca del feto.
Il Mod-MPI ha tre componenti:
- il tempo di contrazione isovolumetrica, che avviene nella fase iniziale della contrazione cardiaca
,quando i ventricoli iniziano a contrarsi ma non producono alcun cambiamento di volume; - il tempo di rilassamento isovolumetrico;
- il tempo di eiezione, che restituisce la misura del volume di sangue espulso dal ventricolo ad ogni battito.
«Stiamo valutando, sulla base dei dati raccolti, se questi fattori cambiano durante il secondo e il terzo trimestre nelle gravidanze complicate da diabete mellito pregestazionale (PGDM) rispetto a quanto accade invece nelle gravidanze fisiologiche. Inoltre, stiamo confrontando le variazioni dell’indice Mod-MPI con altre informazioni di compenso metabolico materno come l’emoglobina glicata e l’indice BMI della madre» spiega la professoressa Nicoletta Di Simone.
Conclusioni preliminari
Nella coorte di donne con diabete mellito, o meglio nei loro feti, è stato rilevato, nel terzo trimestre, un tempo di contrazione isovolumetrica più elevato rispetto a quello registrato nelle gravidanze fisiologiche. Questo suggerisce una funzione diastolica anormale nei feti delle madri con diabete pregestazionale.
Si tratta del primo studio pilota di questo genere, su un campione italiano, quindi saranno necessarie ulteriori indagini per validare i risultati preliminari in un contesto di pazienti più ampio.
Se le conclusioni preliminari dovessero essere confermate, neonatologi, pediatri e genitori di bambini nati da gravidanze di donne diabetiche avranno preziose indicazioni in più per seguire al meglio la salute cardiaca dei propri figli.
Sostieni anche tu il progetto, con l’obiettivo di fornire indicazioni per un corretto monitoraggio cardiaco dei bambini nati da madri diabetiche