HiPPO, il programma che sostiene i giovani ricercatori
HiPPO, High Profile Postdoctoral Program, è il programma che Humanitas ha ideato per un selezionato numero di ricercatori post-dottorato con lo scopo di offrire un’opportunità nella Ricerca di alto valore a giovani promettenti che abbiano già maturato un’esperienza internazionale.
Perché HiPPO?
I laboratori di Ricerca Humanitas si sviluppano per oltre 10.000 metri quadrati ospitando più di 500 ricercatrici e ricercatori in una realtà che offre strumentazioni tra le più avanzate, networking di alto livello e condivisione continua di saperi. Qui medici, biologi, fisici, data scientist e tecnologi lavorano insieme con una missione comune: il progresso della Ricerca per la Salute di tutti.
All’interno di questo contesto, i giovani ricercatori e le giovani ricercatrici che hanno conseguito il dottorato all’estero e sono stati selezionati per un HiPPO possono continuare il proprio percorso in Italia, partecipando a progetti di Ricerca già avviati o in procinto di attivazione, con il supporto di mentor di grandissima esperienza.
Humanitas offre loro anche un ricco programma di seminari scientifici e corsi sulle più recenti innovazioni di ogni disciplina in ottica di continuous learning.
HiPPO è un programma all’avanguardia perché ricercatori e ricercatrici trovino casa in Italia sviluppando al meglio le proprie potenzialità.
Come nasce il programma
HiPPO nasce nel 2021 grazie ai fondi del 5×1000 e alle donazioni di alcuni benefattori privati. Ad oggi ha già premiato 4 ricercatori: Andrea Cugurra, Irene di Ceglie, Erica Tagliatti e Marcello Rubino, che hanno avviato la loro attività accompagnati dalla guida esperta dei mentor Michela Matteoli, Gianluigi Condorelli, Cecilia Garlanda e Sebastien Jaillon.
Andrea Cugurra si è occupato della relazione tra il sistema immunitario e il sistema nervoso, sia in condizioni di salute che di malattia. Irene di Ceglie studia i linfociti T non convenzionali doppi negativi, cellule del sistema immunitario che sembrano avere un ruolo nel contrastare la crescita dei tumori. Erica Tagliatti, insieme a Genni Desiato ha scoperto che il sistema immunitario influenza la memoria. E infine Marcello Rubino ha identificato le popolazioni di cellule del sistema immunitario associate allo sviluppo delle coronaropatie.
Una relazione che accresce saperi e conoscenze
Per fare Ricerca con competenza e consapevolezza è fondamentale confrontarsi con altre culture e imparare a guardare ai problemi scientifici da prospettive differenti. «Dalla mia esperienza inglese porto due aspetti importantissimi per la scienza: il pragmatismo, che ho imparato lavorando a stretto contatto con grandi “menti”, e la voglia di non fermarsi mai nella conoscenza. Questo mi ha insegnato a mettermi ulteriormente in gioco qui in Humanitas con la neuro-immunologia, un’area per me meno conosciuta fino a poco tempo fa» racconta la dottoressa Erica Tagliatti.
«Prima di arrivare in Humanitas ho lavorato 4 anni in Colorado – sottolinea il dottor Rubino – presso un laboratorio specializzato nei meccanismi molecolari della fibrosi cardiaca. Durante questo periodo ho acquisito molte competenze nell’ambito della fibrosi e in più ho accumulato campioni biologici, che intendo usare per continuare ulteriormente i miei studi. Humanitas ha il vantaggio di essere in primis un ospedale, quindi una struttura che ha come priorità lo studio e il trattamento della patologia da un punto di vista clinico. A questo si unisce Fondazione Humanitas per la Ricerca, dove lavorano ricercatori e medici che studiano le patologie umane impiegando diagnostica, tecniche cellulari e molecolari».
Come emerge da queste testimonianze, i ricercatori e le ricercatrici che tornano in Italia dopo una significativa esperienza all’estero portano con sé un bagaglio importante di conoscenza che va ad arricchire il mondo Humanitas, e viceversa. «Penso che uno dei maggiori punti di forza di Humanitas sia riuscire a integrare molteplici metodologie, dallo studio di modelli a quello di campioni umani, oltre a un ampio utilizzo della bioinformatica con approcci all’avanguardia» ha sottolineato la dott.ssa Di Ceglie.
Quattro storie di Ricerca che hanno già portato risultati significativi. Puoi leggere di più sulla loro esperienza negli articoli che trovi in questa sezione.