Melanomi sottili, due anticorpi per identificare i più aggressivi
I melanomi sottili sono tumori ancora in fase iniziale e pertanto solitamente più facili da trattare, perché ancora circoscritti. Questi tumori che colpiscono i melanociti, però, non sono tutti uguali: il 15% di loro progredisce e si estende ad altre zone dell’organismo nonostante la diagnosi tempestiva. Di conseguenza, i pazienti con questi melanomi, benché il tumore venga scoperto presto, possono andare incontro a una prognosi infausta e la loro sopravvivenza è a rischio.
Due anticorpi, chiamati Ambra1 e Loricrina, potrebbero aiutare i medici a identificare precocemente questi melanomi sottili più aggressivi, per indirizzare verso i trattamenti potenzialmente più efficaci.
Il progetto “Significato prognostico dell’espressione di Ambra1 e Loricrina nei pazienti con Melanoma in Stadio 1” coordinato dal dottor Renato Parente, responsabile di Anatomia Patologica di Humanitas Gradenigo e sostenuto da Fondazione Humanitas per la Ricerca, sta indagando l’utilità di questi anticorpi come biomarcatori per il melanoma, andando a verificare, attraverso uno studio retrospettivo, l’efficacia diagnostica e prognostica di Ambra1 e Loricrina.
Come si valuta lo stadio di un melanoma
Per valutare lo stadio del melanoma oggi si usa un unico parametro, che è lo spessore della neoplasia, misurato nel dettaglio al microscopio grazie all’ausilio di un software. Il risultato di questa misurazione permette di capire se il tumore è nello stadio uno, due, tre o quattro. Più il melanoma è spesso, più il tumore viene considerato pericoloso e il tasso di sopravvivenza a 5 anni, purtroppo, decresce. Sappiamo, però, che per i melanomi sottili questo non è sempre vero e che, come abbiamo accennato, il 15% delle persone con melanoma diagnosticato in stadio 1 va comunque incontro a una malattia metastatica. Non è ancora noto perché.
«Ambra1 e Loricrina sono due proteine che sembrano avere un ruolo, quale esattamente è ancora da indagare, nella progressione della malattia, e possono consentire di individuare quei pazienti che sono più a rischio di prognosi infausta nonostante la diagnosi di melanoma sottile, ancora in stadio iniziale» sottolinea il coordinatore del progetto.
Uno studio retrospettivo sui melanomi sottili
Lo studio retrospettivo al centro del progetto di ricerca ha coinvolto una coorte di 70 pazienti a cui è stato diagnosticato un melanoma in stadio 1 (parliamo quindi di melanomi sottili) un minimo di otto anni fa. La storia di questi pazienti e dell’evoluzione della loro malattia è nota a ricercatrici e ricercatori Humanitas. Sappiamo chi ha avuto recidive e chi no. Questi pazienti, o meglio i loro melanomi, sono stati confrontati con altri 70 pazienti con melanoma diagnosticato in stadio 3, quindi in una fase sicuramente più aggressiva, per valutare la bontà dei marcatori Ambra1 e Loricrina nell’identificazione dei melanomi sottili più aggressivi. A breve i risultati dello studio verranno pubblicati e condivideremo gli aggiornamenti sul progetto.
Perché è importante fare ricerca sui melanomi sottili e non?
L’incidenza di questo tumore è in aumento e si diagnosticano oltre 12 mila nuovi casi all’anno (questo anche perché si fa più prevenzione e di conseguenza si fanno più diagnosi). A livello geografico il melanoma ha un’incidenza maggiore nei Paesi del Nord Europa, perché i fototipi chiari sono più a rischio. Così come possono essere a rischio le persone che durante l’infanzia e la giovinezza, quando la loro pelle era ancora immatura, hanno subito scottature importanti o coloro che vivono in alta montagna o lavorano ad altitudini elevate d’inverno.
C’è però una buona notizia: la sopravvivenza in caso di diagnosi di melanoma, rispetto a 60 anni fa, è aumentata del 30% e si registra una sopravvivenza pari all’80% circa indipendentemente dallo stadio della malattia. Alcuni meccanismi legati alla progressione del melanoma, però, sono ancora sconosciuti e capirli sarà importante per migliorare ulteriormente il tasso di sopravvivenza.
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