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Prevenzione

Quando arriva la diagnosi, è come se si spegnesse la luce: tutti i passi in avanti nella ricerca al Tumore al pancreas.


Il lavoro dei ricercatori continua, e migliorano i percorsi di cura e diagnosi. Dalla realizzazione di un “phantom di pancreas”, allo studio di nuovi marcatori predittivi, fino all’impiego di Intelligenza Artificiale per prevedere le complicanze post-operatorie. In occasione della giornata mondiale del Tumore al Pancreas, raccontiamo il “dietro le quinte” di questa grande sfida della medicina.

Crescono i numeri del del carcinoma del pancreas, che resta uno dei big killer dell’oncologia. La prognosi è decisamente migliorata rispetto a 10 anni fa, ma resta ancora alta l’attenzione della Ricerca nel rendere la diagnosi più precoce e le terapie più efficaci, sensibilizzando la popolazione alla prevenzione e alla conoscenza dei sintomi. Le cause del tumore al pancreas sono multifattoriali, oltre ad avere una componente genetica nel 10% dei casi: uno stile di vita scorretto, un’alimentazione non equilibrata, il fumo e gli agenti inquinanti sono attori nella definizione della patologia. L’assenza di marcatori predittivi o specifici nonché di sintomi facilmente riconoscibili, ne ritardano spesso la diagnosi. Grazie al sostegno di Fondazione Humanitas per la Ricerca e alla collaborazione tra Humanitas University, IRCCS Istituto Clinico Humanitas e Politecnico di Milano, nasce un “phantom di pancreas” per migliorare gli interventi e la preparazione dei chirurghi.

«Il laboratorio di ricerca nasce dall’esigenza dei professionisti in sala operatoria: la chirurgia del pancreas è infatti una delle più complesse, sia per la sede sia per le caratteristiche dell’organo, i cui tessuti sono particolarmente fragili e delicati. Inoltre, molto spesso gli strumenti e i materiali utilizzati per la chirurgia pancreatica non sono appositamente progettati per il pancreas, bensì sono pensati per altri organi e successivamente adattati. Ogni organo ha però caratteristiche anatomiche e funzionali specifiche e il pancreas, in particolare, è responsabile della produzione del succo pancreatico, che è molto corrosivo e in grado di erodere le suture dopo un intervento, con il rischio di emorragie o infezioni» commenta il prof. Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia Pancreatica all’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University. 

Il laboratorio lavora alla caratterizzazione biomeccanica del tessuto del pancreas per creare un modello fisico dell’organo in materiale artificiale. Questo con il duplice scopo sia di fare training a chirurghi e specializzandi, che individuare strumenti specifici per la chirurgia pancreatica, come ad esempio colle e fili di sutura con caratteristiche particolari.

«Grazie a uno speciale macchinario di prova, è possibile studiare piccole porzioni di tessuto pancreatico e identificare caratteristiche quali modulo elastico e resistenza meccanica, per poi arrivare a elaborarne la sua completa caratterizzazione. In questo modo sarà possibile individuare materiali innovativi e specifici da utilizzare per lo sviluppo di un modello fisico in materiale polimerico che riproduca esattamente la forma e le caratteristiche tattili, elastiche e di resistenza del pancreas, in modo tale che il chirurgo possa confrontarsi con l’organo anche al di fuori della sala operatoria. Un passo avanti importante» spiega la prof.ssa Maria Laura Costantino, docente di Bioingegneria Industriale e responsabile del Laboratorio Artificial Organs del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano.

E’ importante combattere le infezioni per migliorare la prognosi degli interventi al pancreas. Questo significa risolverle quando a causa dell’antibiotico resistenza, possono essere particolarmente pericolose. Prima della rimozione del tumore del pancreas, infatti, alcuni pazienti devono essere sottoposti a un intervento endoscopico per l’applicazione di stent biliari. Può accadere che i batteri aderiscano alla superficie dello stent e producano il cosiddetto “biofim”, uno strato di protezione che inibisce l’azione degli antibiotici e ostacola il sistema immunitario. Per impedire che accada, si sta lavorando all’impiego di modelli matematici e all’utilizzo di dispositivi microfluidici, nell’ambito di una collaborazione interdisciplinare tra i chirurghi e il gruppo di ricerca del prof. Roberto Rusconi.

Dallo studio su Annals of Surgery emerge che è possibile ridurre le complicanze di alcuni interventi pancreatici complessi rimuovendo completamente il pancreas e utilizzando, allo stesso tempo, la tecnica di autotrapianto delle isole pancreatiche del paziente.  Nel Cancer Center di Humanitas è operativa una Pancreas Unit, che segue in modo multidisciplinare i pazienti con tumore del pancreas e patologie benigne, portando avanti studi di base e clinici anche in collaborazione con Fondazione Humanitas per la Ricerca.