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Ricerca clinica sui sarcomi, il ruolo del clinical research coordinator

La Ricerca clinica sui sarcomi è un’impresa collettiva: per portare avanti progetti di ampio respiro che abbiano valenza traslazionale e arrivino al più presto possibile al letto dei pazienti è necessaria una costante condivisione dei saperi e un elevato grado di coordinamento tra figure diverse tra loro, come medici, ricercatrici e ricercatori, biologi eccetera.

La Ricerca, quella che funziona e porta a risultati concreti, è sempre un gioco di squadra, ma questo forse vale ancora di più quando si studiano i tumori rari, perché le difficoltà da affrontare sono maggiori. Nei progetti di Ricerca clinica è fondamentale, inoltre, il coinvolgimento attivo dei pazienti e la collaborazione costante dei chirurghi.

Il ponte tra chirurgia e ricerca clinica sui sarcomi

I compiti dell’Unità Operativa sui sarcomi di Humanitas, coordinata dal prof. Cananzi, non si esauriscono in ambulatorio, in corsia o in sala operatoria, perché ci sono la didattica e la formazione dei colleghi. E lo studio continuo per aggiornarsi su una patologia che ancora presenta molti punti di domanda e sulla quale c’è tanto da scoprire. Il prof. Cananzi e il suo team lavorano tutti i giorni anche per il progresso della Ricerca clinica sui sarcomi. Si interfacciano quindi con quei ricercatori e quelle ricercatrici che invece lavorano sui sarcomi in laboratorio.

A occuparsi della parte burocratica e di coordinamento e a popolare il database con le preziose informazioni necessarie a portare avanti la Ricerca clinica sui sarcomi c’è la dottoressa Vittoria D’Amato: il suo ruolo è quello di clinical research coordinator.

Negli ultimi anni, la complessità degli studi clinici è cresciuta in modo significativo anche sotto gli aspetti legali e di best practice: è quindi diventato necessario dedicare sempre più tempo all’organizzazione e al coordinamento sia delle prestazioni legate ai protocolli sia di tutte le professionalità coinvolte.

Chi è e cosa fa un clinical research coordinator?

Come abbiamo accennato il clinical research coordinator coordina le numerose attività (non mediche) previste dagli studi clinici. Supporta i medici ma anche gli infermieri affinché ogni progetto venga eseguito come richiesto dal protocollo, gestendo le diverse attività secondo le normative vigenti e in linea con la Good Clinical Practice (GCP).

«Prima di arrivare in Humanitas mi occupavo sempre di oncologia ma non di tumori rari. Dopo la laurea in farmacia ho conseguito un master in Ricerca clinica e fin dai tempi dell’università mi sono interessata più al tema della Ricerca in sé che a quello della farmacologia. Oltre a coordinare il lavoro degli specialisti mi interfaccio con i pazienti e li seguo nel tempo, man mano che procede lo studio clinico. Mi sono sempre sentita coinvolta, nel mio lavoro, anche sul piano personale, ma ora che lavoro sui tumori rari il mio coinvolgimento è cresciuto ulteriormente. Pochi conoscono i sarcomi e mi sento chiamata in prima persona a parlarne e ad aiutare a sensibilizzare l’opinione pubblica, anche in ottica di raccolta fondi» sottolinea la dott.ssa D’Amato. Il suo ruolo di clinical research coordinator è finanziato (in parte) dai Fondi del Ministero della Salute, un vero e proprio investimento virtuoso necessario ai progressi scientifici.

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