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Tumore al pancreas: prevenzione, cura e Ricerca in Humanitas

Novembre è il mese internazionale della sensibilizzazione sul carcinoma del pancreas, un tumore molto aggressivo che solo nel 2018 ha registrato in Italia più di 13.000 nuovi casi.
Entro il 2030 è destinato a diventare la seconda causa di morte per tumore nei Paesi occidentali.
Noi crediamo che cambiare la storia del carcinoma del pancreas sia possibile ma per farlo è fondamentale conoscere a fondo il nostro nemico. Ancora più prezioso quindi è il contributo della Ricerca, per favorire sempre più una diagnosi precoce e terapie mirate.
Ne parliamo con il professor Alessandro Zerbi, Responsabile della Chirurgia del Pancreas in Humanitas e docente in Humanitas University, e la dottoressa Federica Marchesi, ricercatrice del Laboratorio di Immunologia cellulare di Humanitas.

Un tumore asintomatico e subdolo

Rispetto ai dati di sopravvivenza di altri tumori, purtroppo quelli relativi al tumore al pancreas rimangono più bassi, questo perché “si tratta di un tumore subdolo che non presenta sintomi specifici che possano allertare il paziente e il medico e indirizzarlo verso una diagnosi tempestiva – ha spiegato la dottoressa Marchesi -. Inoltre, la diagnosi precoce è purtroppo ritardata e resa difficile dall’assenza di test di screening e di indicatori specifici facilmente identificabili e misurabili che possano rappresentare campanelli di allarme.
A questi problemi di diagnosi si aggiunge anche una problematica legata alla terapia: rispetto ad altre patologie neoplastiche, per cui iniziamo a vedere l’utilizzo di terapie innovative che vanno a complementare quelle convenzionali, nel caso del tumore al pancreas le terapie convenzionali, pur nella loro validità, sono ancora gli approcci più utilizzati”, ha concluso la dottoressa.

I diversi tumori del pancreas

“La premessa fondamentale è i tumori del pancreas non sono tutti uguali e che tumore del pancreas non equivale necessariamente a carcinoma del pancreas. Il carcinoma è la forma più aggressiva e il cui esito è spesso sfavorevole, ma sebbene sia la forma più diffusa, non è l’unica. Quando viene riconosciuta una massa tumorale al pancreas è dunque importante approfondire la diagnosi: ci sono tumori diversi, dalle possibilità di cura e dagli esiti totalmente differenti.
Per esempio ci sono tumori di natura neuro-endocrina, più rari, in cui approccio di cura e prognosi sono completamente diversi dal carcinoma al pancreas o ancora tumori cistici che hanno caratteristiche e complessità completamente differenti”, ha precisato il professor Zerbi.

Il carcinoma al pancreas

Se è vero che “il carcinoma ha una prognosi che è mediamente peggiore di altri tumori dell’apparato digerente, ci sono sottogruppi di pazienti che hanno un andamento diverso rispetto a quello di qualche anno fa.
Tra i fattori di rischio il più importante è certamente il fumo. Ci sono poi il sovrappeso associato a una dieta troppo ricca di grassi animali e anche la predisposizione genetica e familiare (pari a circa il 10% dei pazienti che si ammalano di questa malattia). Per questi pazienti ci sono programmi di screening che possono portare a diagnosi precoci.
Infine esistono dei rischi legati a patologie correlate come la pancreatite cronica o il diabete mellito: le persone che soffrono di queste patologie hanno un rischio maggiore e devono essere seguite con particolare attenzione”, ha continuato il professore.

Il trattamento: multidisciplinare, integrato e personalizzato

“Il carcinoma al pancreas viene trattato in modo integrato e multidisciplinare – ha spiegato il professor Zerbi. Tradizionalmente l’arma più importante è l’asportazione chirurgica, ma da sola non consente un controllo completo di questo tumore. L’asportazione chirurgica è però possibile in questa neoplasia (per motivi tecnici e oncologici) in una percentuale limitata di casi (tra il 20% e il 30%). Per questo l’intervento chirurgico si associa a trattamenti di tipo medico e sistemico, ovvero a chemioterapia e sempre più spesso, in molti casi, è preferibile anticipare la chemioterapia ed eseguire dopo l’intervento. La valutazione naturalmente viene fatta caso per caso. In alcuni casi si eseguono anche trattamenti radioterapici mirati per controllare questo tipo di tumore”, ha proseguito il professor Zerbi.

L’importanza della Ricerca scientifica

“Humanitas è uno dei centri di riferimento in Italia per la diagnosi e la cura del tumore del pancreas. Negli ultimi anni, come Istituto di Ricerca, abbiamo fatto notevoli passi avanti nella migliore definizione del ruolo del sistema immunitario per il tumore del pancreas. Lo studio sul sistema immunitario non può che aprire nuove strade, quindi siamo molto soddisfatti di quello che abbiamo fatto e anche molto fiduciosi rispetto a quello che possiamo fare.
In particolare, stiamo lavorando a un progetto di Ricerca che ha l’obiettivo di identificare gli indicatori che possono essere campanelli di allarme per arrivare a una diagnosi precoce e più tempestiva e che possono essere utili anche in caso di diagnosi confermata, perché potrebbero fornire un’indicazione della risposta alla terapia, in un’ottica di medicina personalizzata”, ha concluso la dottoressa Marchesi.