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Un cuore 3D per trattare il sarcoma di Giulia, paziente AYA

Un cuore 3D, stampato per allenare i cardiochirurghi prima di un intervento ad altissimo rischio. Nel 3D Lab di Humanitas Innovation Building, grazie al lavoro degli ingegneri guidati da Paolo Oliva, è stato creato un phantom: una copia fedele e tridimensionale del cuore di Giulia, giovane attrice affetta da un tumore raro. I phantom permettono di ridurre i rischi operatori e di pianificare nel dettaglio interventi chirurgici molto complessi.

Questa è la storia di un cuore ma soprattutto di Giulia, paziente AYA (Adolescent and Young Adult). AYA è il progetto di Fondazione Humanitas per la Ricerca e IRCCS Istituto Humanitas rivolto ad adolescenti e giovani adulti affetti da tumore, con l’obiettivo di accompagnarli nel loro percorso di cura.

Ricevere una diagnosi come quella di Giulia e affrontare il percorso che segue è difficile e può far sentire isolati e disorientati. AYA offre a chi si trova a vivere questa situazione la possibilità di confrontarsi. La storia di Giulia e del suo cuore 3D è la prima di una nuova rubrica e la sua testimonianza è un prezioso racconto di speranza, tenacia e passione.

Una diagnosi difficile

Nel settembre 2022, Giulia avverte forti dolori alla schiena e al torace. In un primo momento viene ipotizzata una nevralgia. Nonostante i sintomi siano pesanti, Giulia continua a lavorare con impegno: è un’attrice e ama molto la sua professione. Quando un dolore intenso alla spalla la porta in ospedale le viene diagnosticato un grande mixoma, un tumore benigno che sembra occupare interamente l’atrio sinistro del cuore. L’intervento è urgente e Giulia viene operata il 30 dicembre. L’esame istologico, però, rivela che non si tratta di un mixoma bensì di un raro sarcoma dei tessuti nervosi periferici. Questo accade spesso con i sarcomi, diagnosticarli può essere difficile e vengono “scambiati” per altre malattie.

L’importanza di trovare un ospedale specializzato

Serve un ospedale attrezzato per un percorso di cura adatto. Giulia si rivolge allora al Cancer Center di Humanitas e inizia un percorso seguito dalla dottoressa Alexia Bertuzzi, Capo Sezione Oncologia Medica dei sarcomi.

In sole due settimane la giovane inizia le terapie presso la sede Humanitas di Catania; vorrebbe continuare a lavorare senza interruzioni e recitare tra un trattamento e l’altro ma la chemio ha effetti importanti e deve prendere una pausa. Le cure comunque sembrano essere efficaci, i controlli vanno bene e Giulia riprende la propria vita con ancora più passione ed energia di prima.

La recidiva e la necessità di una nuova operazione

Per diversi mesi la malattia non dà segnali. Fino a marzo del 2024, quando Giulia riceve una delle notizie più difficili della sua vita: il tumore è tornato, sempre al cuore. «Mi affido di nuovo a Humanitas e alla Dottoressa Lucia Torracca, Responsabile dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia racconta Giulia —.  La dottoressa mi spiega che studierà il mio caso insieme al Dottor Michael J. Reardon, luminare della cardiochirurgia presso lo Houston Methodist Hospital».

La situazione di Giulia richiede una preparazione speciale per l’intervento. Ecco allora che interviene il team del 3D Lab. Costruire un cuore 3D è complesso: non si tratta solo di riprodurre l’aspetto dell’organo ma anche la sua consistenza. La progettazione, strato per strato, prevede la scelta del giusto materiale per ricreare fedelmente geometria e proprietà meccaniche dell’organo.

L’intervento riesce perfettamente e dopo un periodo di riabilitazione piuttosto duro Giulia è tornata finalmente a calcare le scene.

Le storie di AYA

Durante il suo percorso, Giulia è entrata in contatto con il progetto AYA (Adolescent and Young Adult) che offre ai giovani supporto, una stanza accogliente dove aspettare tra un trattamente e l’altro e la possibilità di confrontarsi con altre persone nella stessa situazione. Spesso, i giovani pazienti che affrontano la diagnosi di un tumore raro si sentono soli, anche a causa delle caratteristiche uniche di ogni caso. Raccontarsi è un modo per riconoscersi e aiutarsi l’un l’altro, ecco perché per Fondazione Humanitas per la Ricerca è molto importante divulgare queste storie.