Imparare a sorridere dei guai, perché essere grandi non significa aver dimenticato i piaceri della vita
Essere Monica, il sorriso aperto e famigliare della ragazza della porta accanto, sempre pronta a prestarti un misurino di zucchero o a bagnarti le piante; il volto caro della compagna di banco che non vedevi da anni, ma che, appena cominci a chiacchierare, sembra sia passato solo un istante dalla fine della scuola. La sua voce e la sua risata ti mettono subito di buon umore e ti fanno sentire al posto giusto. Sarà il suo lavoro di coordinatrice infermieristica che la mette a contatto ogni giorno con la sofferenza e le difficoltà delle persone a renderla così “di casa”, o è proprio il suo carattere schietto, intuitivo e aperto ad averle fatto scegliere la sua carriera professionale: in ogni caso Monica è l’emblema della positività. Immaginarla sfrecciare sul Ciao, come una ragazzina, trasmette tutta la sua forza d’animo e il suo entusiasmo per la vita. Ed è proprio quella ragazzina in motorino che tiene viva ogni estate, in vacanza con i propri genitori, riassaporando per una settimana il gusto dolce del sentirsi coccolata. È proprio vero che il bene è contagioso perché, lo sanno per certo i suoi figli e le sue pazienti oncologiche, che accompagna in percorsi di counseling psicoeducativi, quelle attenzioni ricevute vengono triplicate nel suo modo di essere madre e appassionata professionista. Se voltasse pagina aprirebbe un disco bar sulla spiaggia, dove proporre tutte le sere musica dal vivo e in cui il suo inseparabile marito Pier sarebbe la voce di punta di ogni stagione.