Intervista Dr. Andrea Cugurra
Di cosa ti occupi?
La mia ricerca si occupa di studiare il dialogo tra il sistema immunitario e il sistema nervoso, sia in condizioni di salute che in malattia. Negli ultimi anni abbiamo imparato che molte malattie che coinvolgono il cervello, come ad esempio sclerosi multipla, Alzheimer o ictus, sono fortemente influenzate, e in alcuni casi causate, da un funzionamento sub-ottimale di cellule e molecole del sistema immunitario. Questa interazione tra sistema nervoso e sistema immunitario offre un’enorme possibilità terapeutica da sfruttare a nostro vantaggio: utilizzare le cellule del sistema immunitario, più accessibili e facili da manipolare, per curare il cervello e rallentarne il declino cognitivo.
Cosa porti in Italia delle tue esperienze precedenti?
Porto principalmente una grande voglia di crescere ulteriormente e di fare ricerca di alto livello nel mio Paese.
Cos’ha Humanitas a tuo avviso di diverso rispetto alle istituzioni nelle quali hai già lavorato?
Humanitas è una realtà dove si coniugano insegnamento universitario, attività clinica e ricerca. Questi tre ambiti si rinforzano a vicenda e costituiscono un terreno molto fertile di crescita. Gli studenti universitari possono partecipare sia alla vita di laboratorio che all’attività ospedaliera: questo permette loro di avere una consapevolezza molto profonda di come ricerca e clinica siano due mondi che devono continuamente “parlarsi”.
Quanto è importante fare esperienze diverse, confrontarsi con ricercatori di tutto il mondo per fertilizzare e sviluppare la ricerca?
Il confronto è essenziale. La ricerca non deve essere autoreferenziale, è un’esperienza umana collettiva dove non esistono confini. L’eccellenza si ottiene dallo scambio di idee, di risorse e di capitale umano.
Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Spero di poter continuare a fare ricerca sulle tematiche che mi appassionano.
Fare ricerca richiede fondi ingenti. Perché i donatori dovrebbero contribuire a sostenerla?
Fare ricerca richiede molti fondi ma, a conti fatti, è un’attività .con un beneficio potenziale importante. Le università straniere sono fucine di companies/imprese, brevetti e start up: il ritorno economico, che non e’ solo privato ma anche pubblico, è ingente.
Un Paese che investe in ricerca ne ha un tornaconto da ogni punto di vista e una spinta ulteriore a creare benessere. La recente pandemia ci ha fatto capire due cose: la scienza salva la vita e la ricerca di base non è uno spreco. La ricerca è tutta importante, sia quella traslazionale sia quella di base, nella quale molte volte è difficile prevedere il ritorno in termini di beneficio. In questo caso, ancora una volta, Covid-19 ci è stato di insegnamento: se si è riusciti a produrre vaccini in tempi così brevi lo dobbiamo anche ai ricercatori di base che, a lungo e lontano dai riflettori, hanno lavorato sui Coronavirus ben prima dell’emergenza sanitaria del 2020.
Faccio un semplice paragone, per capire ancora meglio il valore della ricerca.
Il nostro sistema immunitario è attrezzato con una sovrabbondanza di cellule per riconoscere potenziali pericoli: la ricerca di base funziona come il nostro sistema immunitario, è un investimento sul nostro futuro. I donatori dovrebbero sapere che sostenerla equivale a costruire una rete di supporto per ognuno di loro, e per la collettività
HIPPO PROGRAM
RICERCATORE Dr. Andrea Cugurra
Mentor Prof.ssa Michela Matteoli