Patologie e tumori ginecologici, a quali segnali prestare attenzione?
Patologie e tumori ginecologici possono essere difficili da identificare quando sono ancora in fase precoce. Fortunatamente, però, la chirurgia ginecologica oncologica ha compiuto grandi passi in avanti. Inoltre, la Ricerca sta permettendo di ampliare le nostre conoscenze sui principali fattori di rischio per alcune tipologie di cancro che colpiscono l’apparato riproduttivo femminile. Tutto ciò contribuisce a migliorare sia il trattamento sia la prevenzione di queste malattie.
In occasione del mese della prevenzione al femminile, Fondazione Humanitas per la Ricerca ha intervistato il Dott. Mauro Signorelli, Medico chirurgo e ginecologo oncologo, per meglio comprendere quale sia lo stato dell’arte nella prevenzione e nel trattamento delle principali patologie e tumori ginecologici che interessano le donne.
Ascoltare il proprio corpo
Prestare attenzione ai segnali del proprio corpo ed effettuare controlli regolari è fondamentale per facilitare un intervento tempestivo quando qualcosa non va. Farlo però non è sempre facile. Ecco i suggerimenti del Dott. Signorelli.
«Alcuni tipi di tumore, come il tumore dell’ovaio, non presentano sintomi specifici se non in condizioni già avanzate – spiega Signorelli –. Ci sono però dei segnali ai quali è importante prestare attenzione. Quando compaiono bisogna chiedere tempestivamente un consulto medico. Parliamo della presenza di gonfiore addominale persistente o sensazione di pienezza, dolore sordo pelvico o addominale, difficoltà a mangiare o rapida pienezza durante i pasti. Anche la minzione frequente o urgente è un segnale che non va trascurato, perché potrebbe essere causato dalla pressione esercitata da un tumore sulla vescica. Alterazioni intestinali, come stitichezza o diarrea, calo di peso involontario o un aumento inspiegabile del volume addominale, dovrebbero sempre spingere la paziente a eseguire una valutazione ginecologica con ecografia transvaginale e addominale».
Sintomi del tumore a endometrio, cervice e vulva
Il tumore dell’endometrio si presenta invece, quasi sempre, con un sintomo ben definito, il sanguinamento anomalo. Quindi attraverso un ciclo mestruale irregolare o cambiamenti nel ciclo, incluso lo spotting se la donna è ancora in età fertile; oppure attraverso la comparsa di sanguinamenti ematici in menopausa.
Anche il tumore della cervice uterina presenta alcuni sintomi specifici, tra cui sanguinamento vaginale anomalo, in particolare tra un ciclo mestruale e l’altro e dopo i rapporti sessuali. Dopo la menopausa si presentano spesso perdite vaginali insolite che possono essere acquose, miste a sangue ma soprattutto maleodoranti. Il dolore durante i rapporti sessuali con sanguinamento post coitale è un altro sintomo, così come sono sintomi il dolore pelvico nell’area bassa dell’addome e una minzione dolorosa o con urgenza frequenti. Bisogna prestare attenzione, infine, al dolore lombare o alla schiena, che può irradiarsi verso le gambe, alla perdita di peso inspiegabile o a un senso di stanchezza generale.
Il tumore della vulva, infine, si presenta invece attraverso lesioni piane o in rilievo, tipicamente associate a prurito e bruciore locale, perdite maleodoranti e dolore localizzato.
Le più recenti innovazioni nella chirurgia ginecologica oncologica
Come si trattano patologie e tumori ginecologici? L’utilizzo sempre più diffuso di approcci mini invasivi come la laparoscopia o la chirurgia robotica, in particolare per il tumore dell’endometrio o dell’ovaio in stadio iniziale, si sta dimostrando molto efficace.
Rispetto alla chirurgia laparotomica (con taglio) tali approcci permettono di ottenere risultati identici ma garantiscono una significativa riduzione del rischio di complicanze intra e post operatorie e un miglioramento della qualità di vita della paziente.
Le donne operate usando trattamenti mini invasivi recuperano più rapidamente, soffrono meno dolore post-operatorio e hanno bisogno di una degenza ospedaliera più breve. Miglioramenti fondamentali per pazienti che spesso sono anziane e mostrano fattori di rischio cardiovascolare.
Il linfonodo sentinella
«L’altro grande successo degli ultimi 15 anni è l’adozione e l’implementazione di una metodica mutuata da tumori quali il melanoma o il tumore mammario, metodica che riguarda il linfonodo sentinella – sottolinea il dott. Signorelli –. Durante l’intervento chirurgico, un tracciante viene iniettato vicino al tumore, consentendo al chirurgo di individuare il primo linfonodo che drena dal tumore stesso (ossia il linfonodo sentinella), asportarlo e inviarlo per una analisi anatomopatologica iper accurata, che chiamiamo ultrastaging. Così si ottimizzano le possibilità di stadiazione dei tumori della cervice uterina, dell’endometrio e della vulva e si minimizzano le complicanze intra e post operatorie».
I principali fattori di rischio per patologie e tumori ginecologici
Per il tumore della cervice uterina il primo fattore di rischio è l’infezione da HPV. In particolare, i ceppi ad alto rischio sono responsabili della maggior parte dei casi di tumore della cervice uterina cervicale, così come di altri tipi di cancro anale, orofaringeo, e di una parte dei tumori vulvo-vaginali.
I fattori di rischio del tumore dell’endometrio (che è il tumore con il maggior tasso di crescita nei paesi industrializzati) sono invece l’aumento dell’età media e un quadro che viene definito come iperestrogenismo, che comprende obesità, diabete, sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOS), terapia ormonale sostitutiva. Anche la terapia ormonale con tamoxifene per il tumore della mammella e condizioni genetiche familiari quali la sindrome di Lynch aumentano il rischio di un tumore dell’endometrio.
Parlando di tumore dell’ovaio invece, aumenta il rischio di contrarlo al crescere dell’età, soprattutto dopo i 50 anni. E la storia familiare ha un ruolo molto importante. Se in famiglia madri, sorelle o figlie presentano questo tumore è bene fare accertamenti. In particolare, le mutazioni genetiche ereditarie nei geni BRCA1 e BRCA2 sono legate a un rischio più alto di tumore ovarico e mammario così come la sindrome di Lynch. Le donne che non hanno mai avuto figli (nullipare) possono presentare un rischio leggermente più elevato cos’ come coloro che presentano obesità o endometriosi.
Per il tumore della vulva i fattori principali di rischio sono ancora una volta l’infezione da papillomavirus (HPV), il Lichen vulvare (una malattia della pelle) o condizioni infiammatorie croniche dei genitali esterni. Fumare o soffrire di immunodeficienza cronica sono fattori di rischio ulteriori.
L’importanza della diagnosi precoce
«La diagnosi precoce è fondamentale – dichiara Signorelli -. Lo stadio è uno dei fattori più importanti per definire la prognosi dopo la diagnosi di un tumore ginecologico. L’identificazione di un tumore della cervice uterina, della vulva o dell’endometrio in stadio iniziale consente da una parte un trattamento meno invasivo, dall’altra una guarigione completa che supera il 95% dei casi anche con un singolo trattamento.
Purtroppo al momento non esistono metodiche per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio. Nelle pazienti con mutazioni genetiche o ad alto rischio per anamnesi personale e familiare si procede all’asportazione delle ovaie e della salpingi tra i 40 e i 50 anni. Credo però che sia molto promettente il progetto di ricerca coordinato da Humanitas, che indaga sulla possibilità di diagnosi precoce nella popolazione generale attraverso il Pap test» conclude Signorelli.
Dona ora per la Ricerca sulle principali patologie e tumori ginecologici.
