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Prevenzione, come funziona e perché è fondamentale

La prevenzione è “l’insieme delle attività dirette a impedire pericoli e mali di varia natura”. Nel campo della medicina, sotto il cappello della prevenzione, rientrano l’insieme delle azioni che le persone e i loro curanti possono compiere con l’obiettivo di ridurre il rischio di ammalarsi o migliorare la prognosi.

Sono numerose, infatti, le patologie che, se identificate per tempo, mostrano un tasso di remissione molto più elevato. Guarire è più semplice se queste malattie vengono trattate nelle prime fasi di sviluppo.

Inoltre, la Ricerca trova continuamente nuove evidenze del fatto che uno stile di vita salutare, possibilmente mantenuto lungo tutta la vita, può ridurre il livello di infiammazione del corpo e prevenire l’insorgenza di molte patologie.

Attraverso uno stile di vita salutare e un adeguato controllo medico, ad esempio, nei soggetti ad elevato rischio cardiovascolare si potrebbero evitare il 40-50% degli eventi cerebrovascolari (fonte salute.gov.it).

L’efficacia della prevenzione è un fatto

Quanto può essere efficace la prevenzione? Il tasso di sopravvivenza al cancro ovarico, per fare un esempio, supera l’80% a cinque anni dalla diagnosi quando la malattia viene diagnosticata ancora confinata nella sede ovarica, mentre crolla fino al 20% negli stadi successivi, quando alla diagnosi la malattia è diffusa.

Qualcosa di analogo accade pure per il cancro al seno. Anche se l’incidenza del tumore della mammella è alta, negli anni si è registrato un calo significativo della mortalità e un aumento del tasso di guarigione, grazie ai controlli di routine regolari, alle diagnosi tempestive e all’uso di terapie più efficaci.

Anche nelle malattie dell’apparato respiratorio e nelle patologie cardiovascolari la diagnosi precoce è fondamentale. In questo caso il tema della prevenzione è importante soprattutto per i membri di famiglie che hanno un rischio aumentato.

Identificare precocemente quelli che vengono definiti come fattori di rischio misurabili, come alti livelli di pressione arteriosa, colesterolo o trigliceridi, consente di ridurre i danni che possono derivare dalla somma di più fattori di rischio. Si accompagna il paziente verso uno stile di vita più sano e si suggerisce un programma di sorveglianza diagnostica.

Ma la prevenzione, quindi, coincide con i programmi di controllo e le visite di screening?

La prevenzione è di tre tipi

I metodi e gli strumenti per fare prevenzione in sanità, in realtà, sono tanti e possiamo classificarli in tre grandi gruppi: si parla di prevenzione primaria, prevenzione secondaria e prevenzione terziaria.

La prevenzione primaria comprende tutte quelle azioni e quei comportamenti che, attuati dalle persone sane, hanno l’obiettivo di ridurre la probabilità di sviluppare una malattia. Parliamo quindi di dieta sana, esercizio fisico, cura dell’igiene personale, astensione dal fumo. Anche le vaccinazioni rientrano tra gli strumenti di prevenzione primaria.

La prevenzione secondaria, invece, è quella che consente di identificare una condizione a rischio o di diagnosticare una malattia in fase molto precoce, prima della comparsa di sintomi. Si effettua di solito attraverso esami di screening e permette di anticipare la scoperta di una patologia che altrimenti verrebbe diagnosticata solo successivamente.

Infine, viene definita come prevenzione terziaria l’insieme delle azioni utili a prevenire e/o tenere sotto controllo le conseguenze di una malattia già in fase avanzata o gli effetti collaterali di un trattamento che deriva da una patologia precedente. Questo tipo di prevenzione non riguarda solo il benessere corpo ma più in generale la qualità della vita del paziente.

La relazione tra prevenzione e screening

Lo screening è una forma di prevenzione secondaria che viene organizzata in modo standardizzato su un alto numero di persone, a seconda dell’età e del genere. Non si tratta di azioni che riducono la possibilità di ammalarsi, ma che permettono di affrontare prima e meglio la malattia, con la possibilità di attivare percorsi di cura meno aggressivi e di avere maggiori probabilità di guarigione.

È il caso ad esempio dello screening per i tumori del colon-retto, che rappresentano la terza neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne (dati Ministero della Salute, 2024).

Lo screening “di genere”

Così come esiste una medicina di genere, basata sul fatto che le differenze tra uomini e donne in termini di salute sono legate sia alla biologia e alla funzione riproduttiva, sia a fattori ambientali, sociali, culturali e relazionali, possiamo dire che esiste anche una “prevenzione di genere”.

Uomini e donne sono invitati a seguire programmi di screening su misura, volti a monitorare lo stato di salute della cervice e del seno (per le donne) o della prostata (per gli uomini).

Esistono inoltre screening di genere che hanno l’obiettivo di monitorare la possibile insorgenza di malattie che non sono legate alla funzione riproduttiva ma sono più frequenti nelle donne o negli uomini. Come le patologie reumatologiche, che interessano in particolar modo le donne, o le malattie tiroidee, che sono da 5 a 10 volte più frequenti nella popolazione femminile rispetto a quella maschile.

Le campagne di prevenzione sono utili e preziose, perché permettono di ridurre l’incidenza delle malattie, della morbilità (eventi patologici non mortali) e della mortalità (il numero di morti).

In occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna del 22 aprile, alla sua nona edizione, torna l’Open Week promossa da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna). Si tratta di una settimana di prevenzione dedicata alla popolazione femminile, con l’obiettivo di promuovere l’informazione e i servizi per la prevenzione e la cura delle principali patologie femminili.

Partecipa anche tu, puoi avere uno screening gratuito. Contatta la struttura Humanitas più vicina a te per maggiori informazioni.