Facebook Twitter WhatsApp LinkedIn Telegram

Articoli

tumore ovarico
Sostenitori

Rinascente e Fondazione Humanitas per la Ricerca, insieme per la lotta al tumore ovarico

Si rinnova anche quest’anno il supporto di Rinascente a Fondazione Humanitas per la Ricerca: per tutto il mese di aprile, parte del ricavato dei Beauty Bar di Milano, Monza e Catania verrà donato per la Ricerca al femminile, nell’ambito del Programma Pink Union. In particolare, i fondi saranno devoluti a studi innovativi per contrastare il tumore ovarico.

Le ultime stime riferiscono una sopravvivenza netta del 43% a 5 anni dalla diagnosi. Oggi sono 49.800 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore dell’ovaio, ancora troppo poche. Invertire questa tendenza è impegno e obiettivo della Ricerca scientifica, che persegue con due armi potenzialmente efficaci: la possibilità di anticipare la diagnosi della malattia e delle sue recidive, e la possibilità di predire l’efficacia individuale di alcune terapie innovative, come gli inibitori dell’enzima PARP (Parp-inibitori), efficaci nel controllare la malattia in alcune tipologie di pazienti.

Alla presentazione dell’iniziativa ha partecipato il prof. Maurizio D’Incalci, responsabile del Laboratorio di Farmacologia antitumorale di Humanitas e docente di Humanitas University.

Cosa può fare la ricerca contro il tumore ovarico

“L’obiettivo del nostro progetto – spiega il professore – è rilevare nel plasma sanguigno, anziché nei tessuti tumorali, come normalmente accade, elementi che aiutino a capire se una paziente sta rispondendo positivamente alla terapia o se invece occorra virare verso un’altra opzione terapeutica. Lo studio, in particolare, ci permetterà di validare l’efficacia diagnostica della biopsia liquida in combinazione con gli esami radiologici. Secondo i nostri dati preliminari, questo protocollo permetterebbe anche di identificare, con un anticipo di circa 4-6 mesi rispetto alle metodiche standard, il rischio di ricomparsa di malattia. Ciò aprirebbe una preziosissima e importante finestra terapeutica in cui mettere in atto specifiche strategie terapeutiche per contrastare la ripresa di malattia. La biopsia liquida fornirebbe quindi diversi vantaggi: un monitoraggio più accurato delle pazienti, il risparmio di terapie inutili e inefficaci, laddove queste produrrebbero solo tossicità e non un reale beneficio”.

Su queste armi si incentra la “sfida” che Fondazione Humanitas per la Ricerca lancia al tumore dell’ovaio, i cui numeri critici sono spiegati dal fatto che nell’80% dei casi, a causa della sua asintomaticità, il tumore dell’ovaio viene diagnosticato tardivamente, in stato già avanzato o metastatico. Batterlo sul tempo, intercettandolo in una fase più iniziale, e riconoscerne le diverse tipologie, rendendolo dunque più facilmente curabile, sono gli obiettivi di alcuni progetti di Ricerca che il prof. Maurizio D’Incalci e il suo team di ricercatori stanno conducendo con il contributo di fondi raccolti dalla stessa Fondazione grazie alla generosità di donatori individuali e sostenitori corporate come Rinascente.

Accanto alla biopsia liquida, che potrà dare importanti informazioni sulla capacità di risposta alle terapie e sul rischio di recidiva, l’equipe di ricerca guidata dal Prof D’Incalci sta anche lavorando a dei progetti per la diagnosi precoce della malattia. L’obiettivo è in questo caso riconoscere la presenza delle cellule mutate prima che la massa tumorale si manifesti clinicamente. “Abbiamo già identificato la firma molecolare del tumore all’ovaio: è la sua instabilità genomica, del tutto peculiare. Ecco perché la misurazione di questa instabilità genomica ha grandi potenziali dal punto di vista diagnostico. Ma solo la Ricerca può trasformare questo potenziale in realtà, ecco perché è fondamentale continuare a sostenerla.”