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Immunoterapia e tumori, cure oncologiche personalizzate

Immunoterapia e tumori: trattare i malati di cancro cercando di risvegliare e rieducare il nostro sistema immunitario non solo è possibile ma in diversi casi è anche la strada potenzialmente più efficace da percorrere.

Spesso, i protocolli di cura immunoterapici si inseriscono nel campo più ampio della medicina personalizzata, che sta acquisendo un’importanza sempre maggiore in oncologia. Questo perché consente di mettere a punto terapie mirate, che funzionano con una precisa categoria di pazienti, riducendo il rischio di recidive.
«Siamo stati testimoni e protagonisti di una vera e propria rivoluzione con la nascita della medicina personalizzata: parlare del Cancer Center di Humanitas, che oggi si prende cura di oltre 36.000 pazienti, significa parlare di come è cambiata in questi ultimi 20 anni l’oncologia – racconta Armando Santoro, direttore del Cancer Center e Responsabile dell’Unità Operativa Oncologia medica ed Ematologia in Humanitas –. Oggi abbiamo a disposizione farmaci mirati che colpiscono specifiche caratteristiche dei tumori e siamo in grado di sfruttare l’immunoterapia, che incrementa le difese naturali ed è molto efficace nella cura di melanomi, linfomi e altre forme tumorali. Ma c’è di più».

Immunoterapia e tumori: gli anticorpi immunoconiugati

Cos’è questo “di più” a cui si riferisce Armando Santoro? Si tratta ad esempio degli anticorpi immunoconiugati, costituiti da un anticorpo monoclonale specifico per il tumore che si vuole curare, unito a un farmaco capace di attaccare le cellule tumorali, rilasciando una sostanza in grado di disintegrarle.

Gli anticorpi immunoconiugati si usano ad esempio nel caso del linfoma non Hodgkin. Il composto si lega alle cellule tumorali, grazie all’anticorpo che le riconosce, e poi le elimina sfruttando la componente farmacologica, che può essere radioattiva. Si parla, in questi casi, di radioimmunoterapia.

Quali sono i vantaggi? Di solito questo tipo di terapia viene tollerata bene e gli effetti collaterali sono ridotti.

Le terapie con cellule CAR-T

Le cellule CAR-T sono un altro esempio che coniuga immunoterapia e tumori. Si tratta infatti di una terapia innovativa basata sui linfociti T, un particolare tipo di globuli bianchi responsabili della difesa del nostro organismo dalle malattie (sono i “soldati” del nostro sistema immunitario). Opportunamente ingegnerizzate, queste cellule sono in grado di attaccare i tumori anche in quei pazienti dove i linfociti, a causa del tumore del sangue, non sono più in grado di garantire la difesa dell’organismo.

«Le cellule CAR-T vengono usate prevalentemente in campo onco-ematologico, ancora una volta per i pazienti con Linfomi non Hodgkin oppure con leucemie linfoblastiche – sottolinea Santoro – ma sono in corso studi sulla loro efficacia nel caso di tumori solidi e di alcune malattie autoimmuni».

In particolare, ad oggi, le CAR-T offrono un percorso terapeutico adatto ai pazienti con tumori del sangue che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali.

I protocolli CAR-T richiedono un approccio multidisciplinare

Humanitas dispone di un’unità dedicata al programma CAR-T, composta da medici ematologi esperti nel trapianto di cellule staminali e infermieri professionali specializzati. Questa terapia, poiché richiede una preparazione molto complessa che ha inizio con il prelievo di cellule dal sangue del paziente per raccogliere i linfociti, è un ottimo esempio di integrazione multidisciplinare applicata al protocollo di cura, un approccio al quale Fondazione Humanitas per la Ricerca e tutti i professionisti di Humanitas tengono molto.Nella corretta gestione dei pazienti CAR-T viene coinvolto, infatti, un team multidisciplinare che oltre agli oncologi, agli ematologi e agli infermieri che abbiamo già citato, comprende neurologi, infettivologi e anestesisti, specializzati nel gestire le tossicità derivanti da CAR-T.

La terapia con CAR-T dà la possibilità a medici e pazienti di provare a controllare linfomi particolarmente aggressivi che hanno già comportato recidive, con un aumento significativo della sopravvivenza e una possibilità di guarigione pari a circa il 40%.

In alcuni casi, però, le complicanze possono essere importanti e richiedono un intervento tempestivo e cure intensive che possono durare alcuni giorni, da qui il coinvolgimento di team multidisciplinari all’interno di centri specializzati.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Nel binomio tra immunoterapia e tumori spesso si inserisce un terzo soggetto, la tecnologia, che può diventare un valido supporto nella cura dei pazienti affetti da tumore, soprattutto quando la malattia è molto aggressiva

L’Intelligenza Artificiale, in particolare, permette di analizzare una mole incredibile di dati e sfruttare alcune preziose osservazioni e conclusioni, che nascono dai dati stessi, sia in fase diagnostica sia in fase terapeutica.Pensiamo ad esempio al protocollo RadiomicART (Adaptive Radiotherapy), al centro della ricerca sui tumori testa-collo. Coniuga l’Intelligenza Artificiale applicata all’analisi delle immagini radiologiche con una forma di radioterapia chiamata Adaptive Radiotherapy (ART) personalizzata nel corso delle settimane di trattamento sulla base della reazione dei pazienti alle cure. I tumori testa-collo sono forme molto critiche perché nel distretto sono collocati diversi organi e perché il paziente nel corso delle cure può cambiare fisionomia (c’è chi dimagrisce, chi prende peso, talvolta il tumore cambia aspetto e dimensioni). Per questo è necessario un adattamento dei protocolli personalizzati.

Un altro esempio interessante del ruolo che la tecnologia assume nella cura dei tumori è rappresentato da uno dei progetti di ricerca più innovativi nel campo degli studi per la cura e la prevenzione del cancro al colon retto: ARICRAFT. Questo studio sfrutta sistemi basati su IA per comprendere meglio il comportamento del tumore al colon retto nei pazienti giovani e in quelli adulti/anziani. Le ricerche su questa malattia nei giovani hanno evidenziato una peggiore prognosi e una minore risposta alle terapie multimodali.

La tecnologia (e in particolare l’Intelligenza Artificiale e i Big Data) sta diventando velocemente uno strumento di supporto molto valido per mettere a punto cure oncologiche personalizzate. Sempre di più, quando si parla di immunoterapia e tumori, sono proprio i risultati delle analisi strutturate di grandi quantità di dati in combinazione con protocolli di trattamento immunoterapici la strada per migliorare la speranza di vita delle persone affette da cancri aggressivi e difficili da curare.

In Fondazione Humanitas per la Ricerca ci impegniamo quotidianamente per migliorare le cure per malattie che oggi non hanno terapie efficaci e personalizzare le terapie sul singolo paziente.

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